Procede l’inchiesta sul dossieraggio sui politici. La Lega ha parlato senza giri di parole di un vero e proprio “attacco alla Repubblica”.
Sta andando avanti l’inchiesta sul dossieraggio sui politici e altri volti vip a seguito di centinaia di accessi abusivi a banche dati sensibili, contestate al finanziere Pasquale Striano. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone e quello dell’Antimafia Giovanni Melillo avrebbero chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della Commissione antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. In questo scenario, la Lega ha preso una posizione molto forte sottolineando come tale situazione sia, a tutti gli effetti, un “attacco alla Repubblica“.
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La Lega sul dossieraggio sui politici
In una nota ufficiale riportata da Adnkronos, la Lega ha preso una forte posizione in merito al presunto dossieraggio ai danni di vip e politici. Il partito guidato da Matteo Salvini ha detto, senza giri di parole: “L’inchiesta sugli spioni che setacciavano illegalmente i dati di centinaia di cittadini, soprattutto di centrodestra e in particolare politici e persone vicine alla Lega, rivela un quadro sconcertante. Siamo di fronte a un vero e proprio attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge magistratura, Guardia di Finanza e giornali di sinistra, col risultato che in più di una occasione le procure hanno aperto inchieste basandosi su presunti scoop nati da notizie costruite a tavolino sulla base di dati ottenuti illegalmente”.
La situazione
La vicenda relativa all’inchiesta dossieraggio è partita, come detto, sulla base di una consultazione di informazioni ‘compulsiva’, con circa 800 accessi abusivi, compiuta tra il 2019 e il 2023.
I personaggi che sarebbero rimasti coinvolti nelle ricerche in banche dati compiute dall’ufficiale di polizia giudiziaria Pasquale Striano, indagato dalla Procura di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico, sarebbeero diversi, dal mondo della politica a quello dell’economia. Al momento, sul registro degli indagati compaiono una quindicina di persone, tra cui anche il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati e tre giornalisti del ‘Domani’.