Dal caso Siri ai fondi sottratti allo Stato passando per il capitolo migranti: la Lega di Salvini nel mirino della magistratura.
Nelle ultime settimane si è assistito a un vero e proprio assedio alla Lega di Matteo Salvini, al centro di diverse vicende al vaglio della magistratura. In principio furono i 49 milioni sottratti dal partito di Bossi, poi sarebbero seguite le vicende giudiziarie legate ai migranti e quindi quelle legate ai possibili coinvolgimenti con imprenditori e personaggi in odore di mafia.
La restituzione dei 49 milioni di fondi sottratti al partito
La prima battaglia in tribunale la Lega di Salvini l’ha combattuta facendo i conti con il passato, con gli illeciti commessi da Bossi e dai suoi che hanno sottratto dalle casse del partito diversi milioni di euro investiti per fini e interessi esclusivamente personali.
Secondo i giudici la nuova Lega di Matteo Salvini è tenuta, anzi obbligata, a restituire allo Stato quarantanove milioni di euro circa, una decisione che ha creato una prima frattura tra il leader del Carroccio e le toghe.
Migranti, la richiesta di mandare Salvini a processo per il caso della Diciotti
Il secondo momento di tensione tra Salvini e la magistratura risale alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno, al centro di un’indagine per sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. Il Senato avrebbe poi negato la richiesta della magistratura evitando il processo.
Caso Siri e i rapporti tra la Lega e la mafia
L’ultimo fascicolo è quello legato al caso Siri, con il sottosegretario leghista accusato di corruzione e di contatti con un imprenditore in odore di mafia. Il Movimento Cinque Stelle ha sollevato dubbi anche nei confronti di Matteo Salvini chiedendogli di fare luce sul suo ruolo e sul suo rapporto con Arata.