La Legge di Bilancio 2025 inizia il suo percorso alle Camere. Canone Rai, fringe benefit e pensioni minime: ecco i dettagli e le critiche.
Il testo della Legge di Bilancio 2025 è stato inviato alle Camere, dove subirà eventuali revisioni, ma già emergono polemiche su alcuni punti cruciali, tra cui il canone Rai. Malgrado la conferma del taglio del canone da 90 a 70 euro per il 2024 fosse stata annunciata lo scorso ottobre, nel testo attuale non vi è traccia di questa misura per il 2025. La questione potrebbe essere affrontata durante l’iter parlamentare.
Legge di bilancio 2025, Canone Rai: Codacons denuncia
Secondo il Codacons, il mancato taglio del canone Rai costerà alle famiglie italiane tra i 420 e i 430 milioni di euro nel 2025. “Il mancato taglio del canone Rai costerà alle famiglie italiane tra i 420 e i 430 milioni di euro nel 2025”, calcola il Codacons in una nota così come riporta Leggo.it.
“Brutte notizie per i consumatori italiani, che dopo due anni di caro-bollette rischiano di ritrovarsi dal prossimo anno un aumento di spesa nelle fatture elettriche a causa della mancata proroga alla riduzione del canone Rai – spiega ancora il Codacons – Il canone di abbonamento alla televisione è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo, e dal 2016 è stata introdotta la presunzione di detenzione dello stesso apparecchio nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria residenza anagrafica”.
E aggiunge: “I titolari di utenza elettrica per uso domestico residenziale sono quindi tenuti al pagamento del canone mediante addebito nella fattura della luce. Prima dello sconto da 90 a 70 euro, il canone Rai generava introiti per circa 1,9 miliardi di euro annui. Questo significa che, in caso di mancata proroga del taglio, le famiglie italiane a partire dal 2025 dovranno mettere in conto una maggiore spesa complessiva tra i 420 e i 430 milioni annui a titolo di canone”.
Fringe benefit: confermata la soglia a 1000 euro
Per quanto riguarda i fringe benefit, la Legge di Bilancio conferma l’esenzione fiscale fino a 1.000 euro anche per il triennio 2025-2027.
Per i lavoratori con figli, questa soglia rimane invece fissata a 2.000 euro. La misura include beni e servizi forniti ai dipendenti e copre anche le spese domestiche come acqua, elettricità e affitto.
Il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote previste dalla riforma fiscale diventano misure strutturali, ha dichiarato il ministro Adolfo Urso. Queste modifiche sono state pensate per garantire benefici distribuiti equamente tra tutti i lavoratori, senza che nessuno risulti penalizzato: “Bisogna andare avanti sempre sulla strada del buonsenso e di volta in volta migliorare i provvedimenti”, aggiunge il ministro.
Critiche dall’opposizione
La manovra ha già sollevato forti critiche da parte delle opposizioni. Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva, ha sottolineato come l’aumento di soli 17 euro per i medici e 7 euro per gli infermieri rappresenti una cifra ridicola rispetto ai sacrifici e al costo della vita.
Anche le pensioni minime non sfuggono alle critiche: l’aumento previsto di 3,13 euro al mese è stato definito “imbarazzante” dal capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro. Quest’ultimo ha anche attaccato le misure relative agli extra profitti di banche e assicurazioni, giudicandole inefficaci e insufficienti per aiutare i cittadini.
L’aumento di 3 euro per le pensioni
“Tre euro e 13 centesimi di aumento alle pensioni minime è imbarazzante. Il governo Meloni ritiene che un pensionato che prende il minimo può vivere con 614,77 euro al mese, con i prezzi impazziti dell’ultimo anno. È il dato più imbarazzante della manovra presentata dall’esecutivo. Ma niente paura perché Lotto ed Enalotto avranno un’estrazione settimanale in più. Il pensionato dovrà solo decidere se fare la spesa o giocarsi qualche numero e sperare nell’improbabile buona sorte. Una scelta irresponsabile con la ludopatia che affligge milioni di italiani e si diffonde sempre più tra i giovani. Ma anche in questo caso niente paura, perché il governo stanzia una mancetta di 500 mila euro contro le dipendenze giovanili”, lo scrive su Facebook il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.
“Banche e assicurazioni non tireranno fuori un solo euro in più sugli extra profitti realizzati con i mutui degli italiani, prosegue De Cristofaro. I 3,5 miliardi che mettono cash le banche e i 500 milioni delle assicurazioni sono un artificio contabile. Li chiamano Imposte differite attive, non porteranno un solo euro extra in cassa dai 30 miliardi di utili che le banche hanno realizzato. Dei 5 miliardi chiesti dal ministro Schillaci per la sanità, ne arrivano solo 2,3 (1,3 miliardi che si aggiungono a 1 miliardo stanziato lo scorso anno). Salta il piano per l’assunzione dei medici e gli italiani continueranno ad aspettare mesi per una visita o un esame specialistico se non possono pagare. Nei casi più estremi anche un paio d’anni. Per il governo Meloni la salute non è la prima cosa. Una manovra vergognosa contro la quale faremo una dura battaglia”, conclude De Cristofaro.