La Bossi-Fini va cambiata anche per l’ex leader di An

La Bossi-Fini va cambiata anche per l’ex leader di An

Il governo vuole cambiare la legge sull’immigrazione nota come Bossi-Fini. Si è detto d’accordo lo stesso Gianfranco Fini.

La legge del 2002 in materia di immigrazione firmata da Gianfranco Fini e il senatur leghista Umberto Bossi deve essere cambiata. “Quella legge va cambiata perché l’origine del fenomeno è diversa” dice l’ex leader di Alleanza nazionale parlando delle intenzioni del governo Meloni di mettere mano a quella legge. Non ha più ragione d’esistere oggi quella legge dato che sono cambiate le condizioni rispetto a venti anni fa quando entrò in vigore.

Il fenomeno migratorio oggi ha “dimensioni globali ed è sempre più correlato al dovere morale, oltre che al diritto internazionale, di garantire diritto d’asilo a chi fugge da guerre, rischi di genocidio, catastrofi naturali, violazioni di massa dei diritti fondamentali dell’uomo” ha aggiunto Fini. Il primo firmatario di quella legge, quindi, oggi si dice d’accordo con la proposta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano di cambiare la legge.

Umberto Bossi

La legge è superata: “ha fatto il suo tempo”

Secondo Mantovano questa legge sull’immigrazione “ormai ha fatto il suo tempo, è stata rattoppata non so quante volte, ci sono gli articoli bis, ter, quater» aveva detto a La Stampa. La Bossi-Fini «ormai è diventata una legge-arlecchino. Bisognerà fare qualcosa di nuovo, ma con calma e in maniera articolata» aveva detto il braccio destro di Giorgia Meloni. Lo stesso Fini ha detto che la legge “regola l’immigrazione cosiddetta economica, garantisce cioè il permesso dì soggiorno a chi dispone di un reddito da lavoro”.

È evidente – spiega Fini – che ciò non è più sufficiente e che è indispensabile un quadro normativo molto più ampio, quanto più possibile comune agli stati dell’Unione europea“. L’ex leader di An dice che oggi il fenomeno migratorio è cambiato perché non significa più decidere chi entra o meno in Italia o in Europa ma è una questione sociale globale. Occuparsi del fenomeno migratorio per Fini oggi significa “come e dove arginare e in prospettiva fermare, una emergenza sociale che ha dimensioni globali e costi, in termini di vittime ancor prima che di costi materiali, senza precedenti. È una sfida – conclude – che riguarda la intera società occidentale ed in primis la cultura e la politica europea».