Bonucci attacca la Juve, in un intervista racconta come si sia sentito umiliato dal club bianconero.
Leonardo Bonucci ha recentemente rilasciato un’intervista a Sportmediaset in cui ha apertamente criticato la sua ex squadra e l’allenatore Massimiliano Allegri. Bonucci ha parlato del suo addio al club bianconero, sottolineando come si sia sentito “umiliato” dalla società e come le affermazioni fatte da Allegri nei suoi confronti siano “non vere”. Ecco un estratto dell’intervista.
Bonucci ha chiarito che ci sono state numerose contraddizioni riguardo al suo futuro con la squadra. A ottobre dello scorso anno, gli era stata data la possibilità di rinnovare il suo contratto con la Juventus. Tuttavia, a febbraio del 2023, gli è stato detto che non avrebbe più fatto parte della squadra.
Le parole di Leonardo Bonucci
Durante l’intervista l’ex difensore bianconero ha parlato di come ad ottobre ci sia stata addirittura una proposta di rinnovo, e che non c’erano stati sentori di un futuro lontano dalla Juventus: “Ho letto e sentito tante cose non vere, vorrei partire da lontano. Da quella data menzionata più volte dalla Juventus e dall’allenatore, quando si diceva che mi avevano messo a conoscenza di quella che poi è stata la situazione di questa stagione già ad ottobre dello scorso anno. Non c’è cosa meno vera, ad ottobre dello scorso anno anzi mi è stata data la possibilità di continuare alla Juventus con un rinnovo”.
In un secondo estratto Bonucci parla di come si sia sentito umiliato sentendosi comunicare di come una sua permanenza in bianconero “avrebbe ostacolato la crescita della Juventus”: “Poi ho sentito un’altra cosa a seguito di un’intervista dell’allenatore, in cui è stato detto che io ero stato messo a conoscenza della situazione di nuovo a febbraio del 2023, quando mi era stato comunicato da allenatore e società che non avrei più fatto parte della Juventus. Io non ho avuto nessun colloquio con la società in quel periodo, ma ho iniziato ad annusare qualcosa quando leggevo sui giornali che non avrei più fatto parte dei piani della Juventus. Poi Manna e Giuntoli sono venuti a casa mia il 13 luglio e umiliandomi dopo 500 partite, perché è stata un’umiliazione, mi hanno detto che non avrei più fatto parte della Juventus, della rosa, e anzi mi davano la possibilità di restare a casa altri giorni e che addirittura la mia presenza all’interno dello spogliatoio e del campo avrebbe ostacolato la crescita della Juventus”.