Leonardo si getta da una finestra dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Una tragedia avvenuta la mattina di martedì scorso.
Leonardo Riberti aveva 21 anni e viveva a Ferrara. Il ragazzo è morto nella mattinata di martedì scorso, a causa di una caduta nel vuoto.
Riguardo la morte del giovane, Davide Riberti, padre di Leonardo (nonchè avvocato civilista), sfoga il suo grido disperato, pretendendo la verità sui fatti realmente accaduti. Leonardo era ricoverato in ospedale, perchè sottoposto ad una terapia psichiatrica. Davide ora, è convinto che il figlio volesse scappare.
Secondo le prime ricostruzioni, pare che dopo un primo tentativo di fuga del ragazzo, fosse stato interpellato uno psichiatra per un consulto medico, ma quest’ultimo aveva dovuto annullare l’incontro, a causa di un’altra emergenza.
Pare che un’infermiera avesse tentato di fermare il ragazzo, in procinto di gettarsi dalla finestra. Mentre ora l’azienda ospedaliera si difende, protendendo per un “suicidio”, la famiglia del ragazzo rimarca l’ipotesi di reato per omicidio colposo, più abbandono di incapace.
Leonardo era stato ricoverato il venerdì precedente alla sua morte, presso il reparto psichiatria dell’ospedale di Cona, poichè in preda ad allucinazioni.
La disperazione di un padre
Ora Davide vuole la verità: “Chiedo che siano accertate le negligenze. Chiedo perché Leonardo è andato al Maggiore (da Cona, ndr) senza che ci fosse con lui personale specializzato. Voglio sapere se i medici avevano avuto la sua cartella clinica: era un paziente a rischio, altre volte aveva tentato di fuggire. In ospedale un medico mi ha abbracciato piangendo e mi ha detto: ‘Non mi avevano informato che aveva questi problemi’. Perché non è stato sorvegliato dopo il primo tentativo di fuga? Perché non è stata chiesta la visita di un esperto, non è stato piantonato o legato? E ancora: la finestra per me non era bloccata a metà ma aperta: mio figlio non poteva passare da una fessura di venti centimetri. E come si può chiamare un padre solo alle 8 del mattino?”.