Letta “Servo della Nato”: la contestazione del Pd a Milano

Letta “Servo della Nato”: la contestazione del Pd a Milano

La manifestazione della festa della Liberazione a Milano è trascesa in cori contro il segretario del Pd Letta.

Nel corteo del 25 aprile in occasione della Festa della Liberazione ieri a Milano c’era anche il segretario del Pd Enrico Letta nello spezzone dei dem. Ma la sua presenza ha aizzato le urla di alcuni manifestanti con slogan contro il segretario democratico. “Letta servo della Nato“, ‘Fuori i servizi della Nato dal corteo”. Alcuni hanno chiesto di far uscire il Pd dal corteo.

A queste critiche il segretario dem ha risposto: “La costituzione, l’antifascismo sono casa nostra”. Letta ha continuato dicendo che “Il 25 aprile è la festa dell’unità del Paese contro tutti i fascismi” ed è “là dove dobbiamo tutti essere”. Poi ha aggiunto: “C’è voglia di lottare per il popolo ucraino contro l’invasore”. ‘La resistenza è fondamentale per la nostra storia e per il nostro presente per resistere alla violenza”.

Per Letta le bandiere e i cori contro la Nato non hanno senso e sono polemiche superate perché conta l’unità. Sui cori contro la Nato si è espresso anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Non capisco quelli che cercano dei distinguo, come se i 70 anni di storia del nostro Paese non dimostrassero che noi apparteniamo a quella alleanza atlantica, che ci riconosciamo nei valori dell’Occidente e della Nato. Per me è una contestazione folle“.

Milano

Slogan estremisti al corteo della Liberazione

Per il sindaco di Milano in questa giornata non ci dovrebbero essere bandiere: “Io sono dell’idea che il 25 aprile è il corteo della gente al di là delle bandiere, poi ognuno faccia quello che vuole. Credo che ognuno di noi debba portare se stesso più che la bandiera“. Dello stesso parere anche il presidente del Fvg Fedriga dicendo che il 25 aprile non può essere “ridotto a una lotta fra bandiere” e sottolineando che c’è “troppa ideologia e troppo estremismo”.

Contestata la Brigata Ebraica e il Pd definendo il partito democratico come un “partito guerrafondaio” perché favorevole alle spese militari. “Niente soldi alle armi, niente tagli a scuola e sanità” urlano i manifestanti del corteo chiamando i dem “Traditori della Resistenza”.