Il segretario del Pd si è detto pronto a fare opposizione a questo governo, dentro e fuori il parlamento.
Ospite a Che tempo che fa su Rai 3, Enrico Letta ha parlato del processo di rifondazione del Pd e del futuro del Pd. “Dobbiamo essere pronti a fare quello che gli italiani ci hanno chiesto: fare la prima opposizione a questo governo in modo intransigente e costruttivo. Fare un’opposizione sia in Parlamento sia nel Paese, di piazza quando necessario” ha dichiarato il segretario dem.
La prima riunione del consiglio nazionale non ha portato a nulla di fatto, ma Letta non si arrende e precisa che questo partito non verrà sciolto. Invita però “tutti coloro che vogliono costruire un’alternativa” a partecipare al processo costituente del nuovo Pd, dove ricorda che verrà messo in discussione tutto, anche il nome. “E’ un campo in cui non è deciso nulla e sarà appassionante. Vengano e partecipino e entro l’inverno avremo un nuovo Pd” garantisce Enrico Letta.
Letta esclude lo scioglimento del Pd
Per la prossima legislatura, Letta spera che l’opposizione sia “il più unitaria possibile”. Questo implica che il Pd ha intenzione di dialogare con tutte le altre forze all’opposizione tra cui anche i suoi ex alleati grillini. Il segretario dem ci tiene a ricordare che il M5S “ha svolto un ruolo importante” e che il Pd e il M5S governano insieme in molte regioni e amministrazioni locali.
Non vi sarà quindi uno scioglimento del Pd, lo garantisce Enrico Letta che ricorda di essere il secondo partito d’Italia con il 19% e “5 milioni di italiani che ci hanno votato e chiesto di fare opposizione”. Nei prossimi giorni si insedierà il futuro parlamento e quindi verrà presentata l’agenda del Pd. Tra le varie proposte Letta anticipa che ci sarò il disallineamento del prezzo del gas dall’energia elettrica, il salario minimo e lo ius scholae.
Per quanto riguarda la futura leadership del Pd Letta non si sbilancia e preferisce rimanere neutrale in questo processo ma ammette di avere una sua idea. Su Bonaccini e Schlein si limita a elogiarli come “Grandi risorse e ricchezze per il futuro del centrosinistra, così come altri. Molti hanno ironizzato sul fatto delle troppe candidature, io penso sia un bene”.