L’Italia risponde a Bruxelles: “Sappiamo che la Manovra non è in linea con le norme, ma era l’unica scelta possibile per uscire dalla crisi”.
ROMA – La risposta tanto attesa è arrivata. Il governo italiano ha inviato la lettera a Bruxelles per spiegare nei dettagli la Manovra: “Sappiamo – si legge nel testo riportato dal sito di Repubblica – di aver scelto un’impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di stabilità e crescita. Non è stata una scelta facile ma l’unica possibile per recuperare i livelli di PIL pre crisi e per fra fronte alle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della popolazione“.
Manovra, l’Italia rassicura Bruxelles: “Faremo di tutto per rispettare gli obiettivi indicati”
Il Governo italiano ha voluto rassicurare Bruxelles sul rispetto degli obiettivi indicati: “Qualora i rapporti deficit/PIL e debito/PIL non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, ci impegniamo a intervenire affinché le misure promesse vengano rigorosamente rispettate“.
“La Manovra – continua la lettera – non espone a rischi la stabilità finanziaria dell’Unione Europa. Il Governo ritiene che il rafforzamento dell’economia italiana sia anche nell’interesse dell’UE. Fino a questo momento il dibattito sulla legge di Bilancio si è concentrato sui numeri ma ancora non sono emerse le riforme strutturare che formeranno parte integrante di questa Manovra. Le misure avranno un impatto significativo sulla percezione e sui comportamenti dei cittadini, delle imprese e degli investitori“.
Manovra, l’Austria attacca: “La commissione deve bocciare la proposta italiana”
Se dall’Unione Europea aprono al dialogo, il cancelliere austriaco alza i toni e chiede una linea dura: “Se la Manovra non è corretta – dichiara Kurz in una nota – la Commissione la deve respingere. L’Austria non è pronta a sostenere i debiti degli altri Paese e questi Stati contribuiscono all’incertezza dei mercati. L’Unione deve dimostrare di aver imparato dalla Grecia. In caso di sì all’Italia si schiuderebbero le porti perché altri Paesi facciano altrettanto“.
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