Ecco come le lettere dell’Agenzia delle Entrate per chi ha usato il Superbonus possono influire sull’importo dell’IMU da pagare.
L’Agenzia delle Entrate è pronta a inviare lettere ai contribuenti che negli anni scorsi hanno beneficiato del Superbonus 110% senza aggiornare la rendita catastale del proprio immobile. Ma cosa comporta tutto questo per i cittadini? E quali saranno gli effetti sull’Imposta municipale unica (IMU)?
Il Superbonus e il catasto: cosa non dimenticare
Secondo la normativa in vigore dal 1994, come riportato da Today, i proprietari di immobili che effettuano lavori di ristrutturazione sono obbligati a presentare un aggiornamento catastale entro 30 giorni dalla fine dei lavori. Tuttavia, l’introduzione del Superbonus 110%, con il suo forte incentivo a ristrutturare immobili, ha fatto emergere numerosi casi in cui tali adempimenti sono stati ignorati.
Come spiegato nella relazione dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, le verifiche puntano a incrociare le comunicazioni relative ai crediti d’imposta derivanti dal Superbonus con la banca dati catastale. Questo incrocio consentirà di individuare eventuali discrepanze tra lo stato dichiarato degli immobili e quello reale. Tra i casi oggetto di verifica rientrano anche le “case fantasma” o gli immobili che hanno cambiato destinazione d’uso o dimensione a seguito dei lavori.
Paolo Biscaro, presidente dei geometri, ha sottolineato che: “L’attività di controllo quindi non comporta nulla di nuovo rispetto a quanto ordinariamente ogni professionista tecnico deve rispettare e assicurare nel caso di ristrutturazione di un’unità immobiliare (…)”.
Ma come queste lettere influiscono sull’IMU
Il mancato aggiornamento catastale non riguarda solo la conformità normativa, ma ha implicazioni dirette sul calcolo dell’IMU. Questo tributo, dovuto sulle seconde case e sulle abitazioni di lusso, è calcolato sulla base della rendita catastale, che può aumentare sensibilmente dopo i lavori di ristrutturazione.
Simulazioni recenti evidenziano che per immobili di categoria popolare (A4) situati in zone semi-centrali di città come Roma e Milano, la rendita catastale può crescere fino al 30% con il passaggio di due classi.
Nelle città di dimensioni più contenute, come Caserta, l’aumento relativo può essere ancora più marcato. Per un’abitazione in centro, un salto di due classi potrebbe far crescere la rendita catastale del 40%, passando da 309,84 euro a 433,80 euro.
Rocco Curto, docente al Politecnico di Torino, ha espresso preoccupazione per le conseguenze di questo adeguamento generalizzato: “Non farà che complicare l’attuale caos dei valori catastali. Anche adeguando la situazione di tutti gli edifici oggetto del superbonus rimarrebbero esclusi gli immobili ristrutturati in precedenza o con altre agevolazioni, come il bonus facciate, o quelli mai ristrutturati che si sono rivalutati solo perché ubicati in centro“.