Il grande bluff delle sanzioni
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Direttore: Alessandro Plateroti

Il grande bluff delle sanzioni

bandiera israele su cartina

Fermare Israele e’ difficile per gli americani, figuriamoci per l’Europa: una missione impossibile. 

Dopo gli ultimi massacri e i bombardamenti a tappeto, l’esercito israeliano e’ ormai pronto a invadere la striscia di Gaza, con conseguenze pericolose e molto difficili da prevedere per tutti, sia in Medio Oriente che in Europa.

Non a caso, tutti i leader europei hanno minacciato sanzioni contro Israele e ridotto i rapporti con il governo di Nethanyau. La vendita di armi a Israele è diventata un problema scottante per molti governi, compreso quello italiano: la pressione per tagliare o congelare i contratti cresce ovunque.

In realtà, malgrado le dichiarazioni dei leader, nessuna misura sulla vendita di armi a Israele ha toccato finora l’industria della difesa israeliana, che esporta indisturbata in Europa armi e sistemi di difesa. Gli eserciti europei sono i maggiori acquirenti di armi e sistemi di difesa israeliani, con un valore di 8 miliardi di dollari nel 2024 e la domanda è destinata a crescere grazie all’impegno dei membri della NATO ad aumentare la spesa per la difesa.

Nonostante l’opinione pubblica contraria e gli impegni dei governi, insomma, i paesi europei hanno ridotto in parte la vendita di armi a Israele, ma continuano ad acquistare prodotti per la difesa israeliani, ormai integrati per la loro qualità e per l’integrazione delle aziende di difesa israeliane nelle economie e nelle catene di approvvigionamento militari europee.

Ma quali sono i grandi acquirenti di armi e sistemi d’arma israeliani? In base alle informazioni disponibili, la lista dei paesi europei che acquistano armamenti da Gerusalemme non solo è lunga, ma è persino più lunga di quelli che gliele vendono: con una spesa di 8 miliardi di dollari nel 2024, l’Europa rappresenta il principale mercato per le armi israeliane.

Tra i principali importatori europei figurano tutti i Paesi che “condannano” Israele per l’assedio di Gaza, ma ma che hanno bloccato 

• Germania: È un alleato chiave di Israele e le sue importazioni di armi da Tel Aviv sono aumentate significativamente negli ultimi anni. La Germania ha dichiarato che la sicurezza di Israele è un principio fondamentale della sua politica estera e continuerà a fornire assistenza.

• Italia: L’Italia è un importante acquirente di armamenti israeliani, anche se il governo ha dichiarato di aver sospeso nuove forniture dopo l’inizio del conflitto a Gaza. Tuttavia, i contratti firmati in precedenza continuano a essere onorati, e ci sono state segnalazioni di esportazioni continue di materiale militare.

• Regno Unito: Acquista da Israele droni, missili, sistemi di difesa aerea e altri componenti.

Altri paesi che hanno storicamente acquistato armi da Israele includono:

• Francia: Ha un ruolo significativo nel commercio di armi e ha avuto in passato contratti con Israele.

• Spagna, Belgio e Paesi Bassi: Sebbene alcuni di questi paesi abbiano annunciato la sospensione delle vendite di armi a Israele in seguito all’escalation del conflitto, in passato sono stati importatori.

È importante notare che la situazione è in continua evoluzione e la trasparenza sulle esportazioni di armi può essere limitata a causa di clausole di segretezza e della natura complessa del commercio internazionale di armi. Insomma, come gia’ accade nei confronti della Russia, colpita da “pesantissime” sanzioni europee per l’invasione dell’Ucraina, non solo e’ difficile avere un’idea chiara dei confini del commercio di armi, ma anche della realtà sulla reale applicazione delle sanzioni.

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ultimo aggiornamento: 15 Settembre 2025 9:00

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