Lewis Hamilton si racconta su Instagram: “Da piccolo sono stato bullizzato e picchiato per il colore della mia pelle”.
Dopo aver strigliato il mondo della Formula 1 sull’iniziale silenzio intorno al caso Floyd, Lewis Hamilton ha raccontato su Instagram di essere stato vittima del razzismo.
Razzismo, Hamilton: “Da piccolo sono stato bullizzato e picchiato per il colore della mia pelle”
Per la prima volta il campione della Mercedes ha parlato della sua vita privata rivelando di aver avuto un passato difficile .
“Da piccolo sono stato bullizzato e picchiato per il colore della mia pelle […]. Ho parlato poco delle mie esperienze personali perché mi è stato insegnato a tenermi le cose dentro, non mostrare debolezze, uccidere gli altri con l’amore e poi batterli in pista”.
Hamilton su Instagram: “E’ anche per questo che guido nel modo in cui lo faccio, non è una questione di sport: io sto ancora lottando”
“Leggere tanto sull’argomento e cercare di conoscere il più possibile di quello che è successo nella lotta a ogni forma di discriminazione mi ha riportato alla memoria tanti dolorosi ricordi della mia gioventù. Sfide che ho dovuto affrontare quando ero bambino. Il solo modo per rispondere a questo è stato imparare a difendermi. Per questo ho imparato il karate. Ma gli effetti psicologici negativi non possono essere misurati. E’ anche per questo che guido nel modo in cui lo faccio, non è una questione di sport: io sto ancora lottando” .
“Il 2020 potrebbe essere l’anno più importante per le nostre vite”
Lewis ha parlato del 2020 come un possibile anno di svolta per le minoranze, un anno per cominciare a cambiare l’oppressione sistematica.
“Vogliamo solo vivere, avere le stesse possibilità a livello di istruzione, e non aver paura di passeggiare per strada, andare a scuola o in un negozio. Ce lo meritiamo come chiunque altro. L’uguaglianza è fondamentale per il nostro futuro. Non possiamo smettere di portare avanti questa battaglia e io per primo non mollerò mai. L’importante è rimanere uniti. Mi ero chiesto perché il 2020 sembrasse così sfortunato sin dall’inizio ma ora sto cominciando a pensare che potrebbe essere l’anno più importante delle nostre vite. Un anno in cui poter finalmente cominciare a cambiare l’oppressione sistematica e sociale delle minoranze”.