Albertini critica apertamente la stagione del Milan, sottolineando che vincere la Coppa Italia non è abbastanza.
Il Milan ha attraversato una stagione fatta di luci e ombre. I rossoneri hanno mostrato sprazzi di grande qualità, ma la mancanza di continuità è stata un limite evidente. Nonostante un cammino positivo in Coppa Italia, il rendimento in campionato ha deluso le aspettative. Dopo un avvio incoraggiante, la corsa per lo scudetto si è interrotta già a dicembre, con un distacco dalle prime posizioni che ha iniziato a pesare.
Il lavoro dell’allenatore Conceição ha portato qualche miglioramento, soprattutto nel gioco e nella coesione del gruppo. Tuttavia, i risultati altalenanti e le difficoltà nell’inserimento dei nuovi acquisti, arrivati a gennaio, hanno complicato ulteriormente la stagione.
Albertini: un giudizio netto e senza compromessi
Alla vigilia della finale di Coppa Italia contro il Bologna, Demetrio Albertini, ex simbolo del Milan, ha espresso un’opinione schietta e riflessiva sul momento attuale della squadra. In un’intervista rilasciata a MilanNews, ha dichiarato: “La Coppa Italia non salva la stagione del Milan, non è accettabile. Se hai smesso di lottare per lo Scudetto a dicembre…”
Albertini ha aggiunto: “Per me no. Spero che il Milan possa alzare la coppa e festeggiare, perché vincere è sempre difficile però credo che il Milan nella sua storia non possa essere così lontano dagli obiettivi e non pensare al tifoso allo stadio che va per un obiettivo quotidianamente. Non è accettabile.”
L’ex centrocampista ha voluto sottolineare che il Milan deve puntare a traguardi più ambiziosi: “Da milanista pensare che già a dicembre hai smesso di lottare per lo scudetto e a febbraio hai smesso di lottare per il quarto posto non mi fa felice.”
La Coppa Italia: premio di consolazione o segnale di rinascita?
Pur riconoscendo il valore della Coppa Italia, Albertini non la considera sufficiente per definire positiva una stagione che ha visto il Milan troppo distante dai suoi obiettivi storici. In fondo, come ha ricordato lo stesso Albertini: “Poi è paradossale un fatto, ossia che di una stagione poi non ricorderai se sei arrivato 3° o 7°, ma ricorderai quello che hai vinto.”
La finale può rappresentare una chiusura dignitosa, ma non cancella i limiti emersi nel corso dell’anno.
