Liam Payne: due dipendenti dell’hotel licenziati, cosa hanno fatto

Liam Payne: due dipendenti dell’hotel licenziati, cosa hanno fatto

Continuano le indagini sulla morte di Liam Payne: droghe pesanti e accuse di traffico dietro la tragica scomparsa della star.

La tragica morte di Liam Payne, ex membro degli One Direction, continua a sollevare molti interrogativi. Il cantante, 31 anni, è precipitato dal balcone della sua stanza al terzo piano dell’Hotel CasaSur di Buenos Aires. Le indagini si stanno concentrando su una possibile rete di traffico di droga all’interno dell’hotel, coinvolgendo membri dello staff accusati di aver fornito stupefacenti al cantante nei giorni precedenti alla sua morte.

La morte di Liam Payne: gli indagati

Un amico intimo di Payne ha rivelato dettagli scioccanti: “C’erano due uomini nell’hotel che davano a Liam della droga. Mandavano i taxi a ritirare i pacchi per lui”, riporta Leggo.it. 

Secondo quanto riportato dal Mail on Sunday, l’hotel avrebbe già licenziato alcuni membri dello staff, mentre la polizia starebbe indagando su due dipendenti, uno dei quali è un agente di sicurezza. 

Fonti provenienti dagli Stati Uniti, consultate dal The Sun, affermano: “Hanno iniziato a vendere droga a Liam quando lui aveva fatto il check-in,  verso le 23. Hanno affermato di non sapere quali droghe stesse comprando né quanto avesse speso”.

La sostanza stupefacente consumata da Payne sembrerebbe provenire da un quartiere povero situato a circa 15 miglia (circa 24 km) di distanza dall’hotel. Un indirizzo nella città di Lomas de Zamora è collegato a un uomo sospettato di essere coinvolto nella distribuzione della droga. 

Nella stanza d’albergo di Liam Payne, la polizia ha trovato polvere bianca, compresse e l’allucinogeno cristal, nascosti in una scatola di sapone, secondo quanto riportato dalle fonti investigative.

Gli sforzi di Liam per rimanere pulito

Un amico del cantante ha raccontato che Liam stava lottando duramente per rimanere pulito: “Stava facendo di tutto per rimanere pulito, ma non appena è arrivato all’hotel gli hanno offerto alcol e droga”

Liam era arrivato in Argentina il 30 settembre per rinnovare il visto americano. Le autorità statunitensi, venute a conoscenza del passato di Payne segnato da problemi di abuso di sostanze, avevano richiesto un test antidroga prima di approvare il rinnovo del visto.

L’amico ha ribadito che Payne aveva cercato con tutte le sue forze di superare la dipendenza, ma è stato vittima di un sistema malvagio: “Liam ha cercato con tutte le sue forze di disintossicarsi, poi è stato vittima di abusi. A queste persone interessano solo i soldi, non gli importa di mettere in pericolo la vita delle persone. È un commercio malvagio. Tutto questo è semplicemente tragico”.

Il peso del successo e la riflessione sull’industria musicale

La tragica morte di Liam Payne ha riacceso il dibattito sui danni psicologici che la fama può causare ai giovani. Guy Chambers, cantautore e amico di Robbie Williams, ha riflettuto sul fatto che far entrare adolescenti in un mondo così adulto come quello della musica può essere estremamente dannoso: “Penso che inserire un sedicenne in un mondo adulto come quello della musica sia potenzialmente pericoloso”

Chambers ha sottolineato come, nel caso dei Take That e di Robbie Williams, non ci fosse un’adeguata protezione per i giovani membri della band: “Nel caso di Robbie, con i Take That, non c’era una protezione adeguata per prendersi cura di quelli che erano degli adolescenti. È stato molto tempo fa, ma non vedo molti cambiamenti. Non c’è molta più cura da parte delle persone coinvolte dei talent show televisivi”.