Libia sotto shock dopo tempesta Daniel: “Troppi cadaveri. Rischio epidemia”

Libia sotto shock dopo tempesta Daniel: “Troppi cadaveri. Rischio epidemia”

Ore tragiche in Libia dopo le piogge, la tempesta Daniel e le innumerevoli vittime. Una nuova emergenza preoccupa il Paese: il rischio epidemia.

La forte pioggia, l’alluvione e l’exploit con la tempesta Daniel. La Libia è in ginocchio e potrebbe dover far fronte ad una nuova emergenza. Sono tante, troppe le vittime dei recenti avvenimenti e proprio per questo le autorità del Paese si sono dette preoccupate per quello che potrebbe essere il rischio epidemia, dovuto alle difficoltà di recuperare con tempismo tutti i corpi.

Libia, c’è il rischio epidemia

Le stime dopo la tempesta Daniel che ha colpito la Libia, ed in particolare Derna, sono terribili. Si parla di circa 20mila morti. Cadaveri per i quali, purtroppo, si ha difficoltà ad intervenire. In tale ottica i soccorritori hanno fatto un appello richiedendo ulteriori sacchi per i corpi riportati dal mare, allo scopo di evitare una epidemia.

Infatti, è il rischio epidemico a destare forte preoccupazione attualmente. Gli aiuti internazionali stanno lentamente iniziando a raggiungere la città portuale ma questo potrebbe avvenire in modo non abbastanza rapido ad evitare nuove problematiche.

La paura del sindaco

A confermare i timori per questa tragica situazione che sta vivendo la Libia e Derna è stato il sindaco, Abdulmenam al-Ghaithi, che ha chiesto a gran voce aiuto. “Abbiamo bisogno di squadre specializzate nel recupero dei corpi”, ha detto. “Temo che la città venga contagiata da un’epidemia a causa del gran numero di corpi sotto le macerie e nell’acqua”, ha aggiunto il primo cittadino. 

Dello stesso avviso anche Hichem Abu Chkiouat, ministro dell’Aviazione civile nell’amministrazione che governa la Libia orientale: “Il mare scarica costantemente dozzine di corpi”, le sue parole.

Come detto, al netto delle diecimila vittime fino ad ora dichiarate, le stime parlano di una cifra che potrebbe raddoppiare arrivando, appunto, alle 20mila, come ha ipotizzato il direttore del Centro medico Al-Bayda, Abdul Rahim Mazi.

Sulla vicenda si è espressa anche l’Onu che ha affermato che si tratta di una “calamità di proporzioni epiche”: