Nuova strage nel Mediterraneo: un gommone partito dalla Libia si è sgonfiato in mare. Solo tre i superstiti tra i migranti.
L’ennesima tragedia del mare. Un gommone partito giovedì notte da Garabulli, città sulla coste della Libia a una quarantina di chilometri a est di Tripoli, si è sgonfiato per poi affondare. A bordo c’erano 120 migranti.
L’intervento della Marina
Dei naufraghi, la Marina è riuscita a trarre in salvo solo tre persone grazie al verricello dell’elicottero partito dalla nave Duilio. La nave della Marina era distante 110 miglia al momento del naufragio. Il centro coordinamento di Tripoli ha dirottato sul posto un cargo della Libia. I due sudanesi e il gambiano tratti in salvo – in grave stato di ipotermia – sono stati trasportati all’hotspot di Lampedusa.
Il racconto dei sopravvissuti
I tre migranti superstiti hanno detto: “Meglio morire che tornare in Libia“, con riferimento alle violenze e agli abusi subiti.
L’Oim, organizzazione che assiste i migranti, ha dichiarato attraverso Flavio Di Giacomo: “Purtroppo i contorni della tragedia sono molto più gravi di quello che sembrava. C’era confusione sul numero di persone a bordo, l’aereo della Marina aveva avvistato una cinquantina di persone, ma i superstiti ci hanno detto di essere partiti in 120“.
Il post di Salvini
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha pubblicato su facebook un post destinato a scatenare aspre polemiche: “Una riflessione: tornano in mare davanti alla Libia le navi delle ong, gli scafisti ricominciano i loro sporchi traffici, le persone tornano a morire. Ma il ‘cattivo’ sono io. Mah…“.
