Il governo guidato da Serraj ha proclamato lo stato di emergenza a Tripoli per l’avanzata della settima Brigata.
La Libia è sempre più nel caos. Il consiglio presidenziale del paese, guidato da Fayez al Serraj, ha proclamato questo pomeriggio lo stato di emergenza a causa degli scontri tra milizie nelle vicinanze della capitale. Una decisione che, come riferito in un comunicato ufficiale del governo, è stata presa “per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili”.
Come riferito da Repubblica, intanto prosegue l’avanzata a sud della settima Brigata. E sale il bilancio delle vittime, inclusi i civili, che sarebbero rimaste uccise o ferite negli scontri degli ultimi giorni. Si parla di almeno 39 morti e 96 feriti.
Libia, il governo dichiara lo stato di emergenza a Tripoli
La scelta del governo di proclamare lo stato d’emergenza è figlia anche dell’annuncio ai media locali fatto dal leader della settima Brigata, Abdel Rahim al Kani: “Noi non vogliamo la distruzione, ma stiamo avanzando in nome dei cittadini che non riescono a trovare cibo e aspettano giorni in coda per avere lo stipendio, mentre i leader delle milizie si godono il denaro libico“.
Medici senza frontiere: “Siamo preoccupati per i cittadini“
Nel pomeriggio è arrivato anche il commento di Medici senza frontiere all’annuncio dello stato d’emergenza annunciato dal governo di Tripoli: “Restiamo altamente preoccupati per i cittadini libici nelle aree residenziali e per i rifugiati e migranti intrappolati, le cui sofferenze sono state aggravate dalle politiche dell’Unione europea. La Libia non è un Paese sicuro“.
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