Oggi il Gip Luigi Dainotti ha rimandato ai prossimi giorni la scelta dell’archiviazione.
La decisione sulla richiesta di archiviazione del caso di Liliana Resinovich non è ancora stata presa. Il giudice del Tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, non si è ancora pronunciato sulla questione. Il caso potrebbe essere chiuso definitivamente o sottoposto a ulteriori indagini, a seconda della decisione che verrò presa.
Il risultato dell’udienza
L’udienza preliminare si è conclusa oggi lunedì 5 giugno, poco dopo le 12. Secondo l’avvocato Nicodemo Gentile, che sostiene il fratello di Liliana, Sergio, la decisione del giudice per le indagini preliminari dovrebbe essere presa tra questo fine settimana e l’inizio della prossima.
La decisione del Gip ha un’importanza significativa nel determinare il corso del procedimento giudiziario. Il Gip ha la responsabilità di stabilire se la morte di Liliana sarà classificata come suicidio, come richiesto dalla Procura, o di avviare nuove indagini come richiesto dai familiari, tra cui il fratello Sergio Resinovich e il marito Sebastiano Visintin.
Per la Procura è suicidio, ma la famiglia di Liliana non ci sta
La Procura di Trieste ha reso noto che le indagini e gli esami medico-legali condotti sulla donna hanno concluso che Liliana Resinovich si è tolta la vita. L’indagine ha eliminato la possibilità di un coinvolgimento di terzi e ha concluso che la donna ha lasciato intenzionalmente la sua casa e ha scelto di porre fine alla sua vita. Tuttavia, ci sono ancora alcuni aspetti poco chiari del caso, tra cui la data del decesso e il modo insolito in cui la donna si sarebbe suicidata.
I familiari della donna non credono alla ricostruzione che suggerisce il suicidio. Sono fermamente convinti che la donna non abbia mai manifestato tendenze suicide. Invece, sospettano che la sua morte sia avvenuta per cause dolose. A sostegno della loro tesi, hanno presentato diverse perizie forensi in cui si evidenziano delle incongruenze.
