Omicidio Liliana Resinovich e la botola nascosta: Claudio Sterpin svela in tv un nascondiglio segreto nella sua casa.
Durante una recente puntata della trasmissione “Ore14“, Claudio Sterpin, presunto amante di Liliana Resinovich, ha mostrato una una botola nascosta all’interno della sua abitazione.
Secondo quanto raccontato dall’amico speciale della vittima, la donna conosceva quel luogo, una tavernetta segreta ricavata nelle fondamenta della casa.
La scoperta della “botola” e le parole di Claudio Sterpin
Durante la trasmissione televisiva, come riportato da Fanpage, Claudio Sterpin ha accompagnato le telecamere all’interno della sua abitazione. Dove ha mostrato una piccola botola che conduce a una tavernetta nascosta.
“Ho rimodernato la casa dove vivo e che ha costruito mio padre e ho ricavato alcuni spazi nuovi nelle fondamenta. Non sono segreti, chi frequentava questa casa li conosceva. Ho creato una tavernetta dove tengo bottiglie e le figure in legno ad altezza umana per un presepe, poi ho un sottoscala e la taverna ha un’ulteriore cantinetta“, ha dichiarato.
Secondo lui, Liliana Resinovich non solo era a conoscenza di questo luogo, ma vi era anche entrata in passato: “Liliana conosceva questa casa dove si sarebbe dovuta trasferire, sapeva di questi spazi e ci è entrata ma da viva“.
Il conduttore di “Ore14” ha rivelato che l’informazione relativa alla tavernetta nascosta è stata segnalata alla trasmissione da una persona che da tempo frequenta l’abitazione.
Tuttavia, il presunto amante ha aggiunto un dettaglio significativo: “Non ricordo se la polizia è entrata qui dentro, l’entrata è disagevole e i loro controlli sono stati fatti velocemente“.
Omicidio Liliana Resinovich: le analisi sulla scena del crimine
Un elemento emerso di recente, aggiunge Fanpage, riguarda l’analisi effettuata dal consulente tecnico sulla scarpa di Liliana Resinovich.
La suola non presentava tracce di fango o terra, ma piuttosto resina, un indizio che suggerisce una dinamica diversa da quella ipotizzata inizialmente. Secondo gli esperti, ciò potrebbe significare che la vittima non è morta nel boschetto dell’ex ospedale pediatrico, dove il suo corpo è stato ritrovato. Ma che sia stata uccisa altrove, nascosta e solo in seguito trasportata in quel luogo.
Un altro dettaglio che ha alimentato il dibattito è emerso dalle intercettazioni ambientali registrate all’interno dell’auto di Sebastiano Visintin, marito della vittima.
Durante una conversazione, l’uomo avrebbe parlato dell’uso di un cordino, elemento significativo se si considera che un cordino è stato trovato stretto intorno al collo della donna.