Liliana Resinovich, la vita da "vip" del marito: l'attacco dell'avvocato
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Liliana Resinovich, la vita da “vip” del marito: l’attacco dal suo avvocato

Liliana Resinovich

Il marito di Liliana Resinovich continua a parlare in TV, ma il suo avvocato lo bacchetta: ecco cosa ha detto in un’intervista.

La figura di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, continua a far discutere. A oltre tre anni dall’omicidio della donna, l’uomo è diventato presenza fissa nei programmi televisivi che si occupano del caso. Un comportamento che oggi, come scrive Il Corriere della Sera e riporta Leggo, finisce sotto la lente critica del suo stesso avvocato, Paolo Bevilacqua. Nel frattempo gli inquirenti continuano a lavorare e si concentrano su un orologio rosa.

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Liliana Resinovich: i problemi legali di Sebastiano Visintin

Questa vita da “star” di Sebastiano Visintin ha avuto come conseguenza il coinvolgimento in diverse cause legali. Il suo avvocato ha rivelato: “È finito a processo per diffamazione e non sarà l’unico. L’hanno querelato i vicini di casa, l’ha querelato anche Claudio Sterpin“. A differenza di chi lo ha accusato, il marito di Liliana Resinovich non ha mai sporto querela.

Il “rimprovero” da parte dell’avvocato

Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, aggiunge Leggo, l’avvocato Paolo Bevilacqua ha espresso pubblicamente il proprio disappunto nei confronti del comportamento mediatico del suo assistito. Sebastiano Visintin, infatti, da anni partecipa a numerose trasmissioni televisive in cui si parla del caso della moglie, spesso alimentando polemiche, soprattutto con Claudio Sterpin.

Dal punto di vista mediatico è indagato da quando è scoppiato il caso e sono più di tre anni. La vox populi è quella. Formalmente non è così, ma io spero succeda. Perché così la pressione mediatica scende e lui forse la smetterà di andare in tv a dire sciocchezze“, ha affermato.

Il legale ha voluto precisare che l’uomo non partecipa alle trasmissioni “per soldi“. Però, non nasconde il proprio fastidio anche per il carico lavorativo che la vicenda sta comportando al suo studio: “Ci ritroviamo a doverci difendere e potevano benissimo evitarlo. Anche perché il mio studio non è che si deve occupare solo di questa vicenda. E devo dire che in quarant’anni di professione una cosa del genere non mi era mai successa“.

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ultimo aggiornamento: 7 Aprile 2025 17:08

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