Liliana Resinovich, colpo di scena sulla “superperizia”: quali verità nasconde

Liliana Resinovich, colpo di scena sulla “superperizia”: quali verità nasconde

Il caso Liliana Resinovich: prorogata di un mese la superperizia medico-legale che potrebbe svelare nuovi scenari.

Il misterioso caso di Liliana Resinovich, la donna trovata morta a Trieste, ha visto un colpo di scena con lo spostamento di un mese della superperizia medico-legale.

La consulenza – come riportato da Il Piccolo – affidata all’antropologa forense Cristina Cattaneo, inizialmente prevista per il 15 dicembre, ha subito una nuova proroga, spostando la consegna al 14 gennaio 2025.

Caso Liliana Resinovich: spostata la superperizia e i dubbi sul suicidio

La decisione, presa dalla Procura di Trieste, consentirà al team di esperti incaricato di completare un’analisi approfondita che potrebbe fornire nuovi elementi utili alle indagini.

Il collegio peritale, composto oltre che da Cristina Cattaneo anche dai medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e dall’entomologo Stefano Vanin, ha il compito di redigere una relazione dettagliata sulla morte della donna.

Questa nuova perizia è attesa con grande interesse, poiché potrebbe aprire scenari inediti e mettere in discussione le conclusioni raggiunte finora dagli inquirenti.

Ma facendo un passo indietro. L’avvocato Nicodemo Gentile, ospite nella recente puntata di Quarto Grado su Retequattro, ha ribadito con fermezza che “l’ipotesi di suicidio appare sempre più inconsistente“.

A rafforzare questa tesi, le anticipazioni del professor Vittorio Fineschi, medico legale coinvolto dall’associazione Penelope, il quale ha dichiarato: “Si apriranno nuovi scenari, perché dalla relazione emergerà l’azione di terzi“.

Le critiche alla gestione delle indagini

Sempre durante l’ultima puntata di Quarto Grado, come riportato da Trieste Cafe, emerge come lentezza e l’approccio degli inquirenti sono stati oggetto di critiche.

L’avvocato Gentile non ha risparmiato parole dure verso il lavoro della procura, definendolo “pigro” e inadeguato rispetto alla complessità del caso. “Se nelle carte ci sono informazioni decisive, vanno sfruttate. È tempo che si passi dalle ipotesi alle azioni concrete“, ha dichiarato il legale.