Qual è il limite di contanti in casa, le regole del Fisco italiano, i rischi e come gestire il tuo tesoretto senza incorrere in sanzioni.
Negli ultimi anni, la gestione dei contanti in casa è diventata un tema cruciale, complici i maggiori controlli fiscali e l’evoluzione delle normative italiane. Sempre più cittadini scelgono di tenere una parte dei propri risparmi in forma liquida, il cosiddetto “tesoretto”, spesso per ragioni di sicurezza o comodità. Tuttavia, non sapere quali sono i limiti consentiti dalla legge può comportare sanzioni severe, specialmente se il denaro detenuto non trova riscontro nei redditi dichiarati.

La normativa fiscale: quanto contante si può avere legalmente in casa
In Italia non esiste un tetto massimo di contanti detenibili in casa, ma la legge prevede una soglia precisa per l’uso del contante nei pagamenti. Dal 1° gennaio 2023, e confermata anche nel 2025, questa soglia è fissata a 5.000 euro. Qualsiasi transazione superiore deve essere eseguita tramite mezzi tracciabili come bonifici bancari, assegni o carte di pagamento. Lo ha stabilito il decreto Milleproroghe (Legge 15/2022), confermando le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia.
Questo limite, tuttavia, non si applica direttamente alla somma che una persona può detenere nel proprio domicilio. Il problema sorge se, durante un controllo, viene rilevato un tesoretto non giustificabile con i redditi dichiarati. In questi casi, il Fisco può avviare accertamenti per sospetto di evasione fiscale, come previsto dall’articolo 38 del D.P.R. 600/1973. La provenienza lecita del denaro deve poter essere dimostrata, ad esempio tramite documenti, ricevute o registrazioni bancarie.
I rischi di un tesoretto fuori controllo
Mantenere grandi quantità di contanti in casa espone non solo a rischi fiscali, ma anche a problemi di sicurezza. Se il denaro non è tracciato, e viene scoperto durante un’indagine o un accertamento, il contribuente può essere sanzionato. Le sanzioni amministrative variano dal 10% al 40% dell’importo non dichiarato, oltre agli interessi e ad eventuali imposte evase. Come confermato da fonti legali (Brocardi.it e Banca d’Italia), l’elemento decisivo è la coerenza tra quanto posseduto e quanto dichiarato nei modelli reddituali.
Il consiglio degli esperti è quindi quello di evitare l’accumulo non tracciato. Meglio depositare i propri risparmi in un conto corrente, utilizzare strumenti finanziari sicuri e, se proprio si desidera mantenere del contante a casa, che sia per piccoli imprevisti e in quantità compatibili con il proprio tenore di vita.
Infine, è utile tenere traccia scritta delle entrate e delle uscite. Un semplice registro può rivelarsi fondamentale nel caso in cui sia necessario giustificare la presenza di somme superiori alla media. La trasparenza finanziaria non è solo una buona abitudine, ma anche un efficace scudo contro spiacevoli complicazioni fiscali.