Dal 1 gennaio si abbassa ulteriormente il tetto per il pagamento in contanti: il limite scende (di nuovo) a mille euro.
Dal 1 gennaio 2022 entra in vigore la nuova stretta sui pagamenti in contanti, con il limite che torna a mille euro. Per spese superiori a questa cifra si dovrà utilizzare un sistema di pagamento tracciabile.
O meglio, doveva entrare in vigore il 1 gennaio 2022. Dopo il voto in commissione sull’esame degli emendamenti, la stretta è stata posticipata di un anno. Questo significa che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023, dopo l’approvazione definitiva del dl Milleproroghe. Questo significa che fino alla fine del 2022 il tetto torna a quota duemila euro.
La misura era contenuta nella Legge di Bilancio del 2020 ed era stata varata e approvata per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale.
Da gennaio il limite al pagamento in contanti torna a mille euro
Come anticipato, la stretta sul contante rientra nella strategia della lotta all’evasione. Lo scopo è quello di spingere le persone ad effettuare pagamenti tracciabili. Questo dovrebbe, almeno nelle intenzioni, limitare le operazioni in nero.
Il tetto a mille euro non rappresenta una novità ma una riproposizione di una misura già adottata dal governo guidato da Mario Monti. Nel corso degli anni il tetto è stato innalzato fino a tremila euro (con il governo guidato da Matteo Renzi) e poi nuovamente abbassato. E dal 1 gennaio il limite massimo per la spesa in contanti è fissato a mille euro.
Le nuove regole interessano tutte le operazioni che avvengono tra persone fisiche e persone giuridiche. In altre parole la stretta riguarda tutte le operazioni praticabili. Sarà comunque possibile versare in banca e prelevare cifre superiori a mille euro.
Le sanzioni per i trasgressori
I trasgressori rischiano sanzioni fino a mille euro. Ovviamente il problema principale è quello legato ai controlli. Intercettare le operazioni in nero è decisamente complicato. Il grande rischio è quello di non andare a colpire i grandi evasori ma solo i piccoli. E questo non cambierebbe di molto la situazione delle entrate nelle casse dello Stato.