Nessun via libera (immediato) per la mobilità tra le regioni. Il Governo potrebbe autorizzare i primi spostamenti dal 1° giugno.
ROMA – Raggiunto un accordo sulle riaperture, il confronto tra Governo ed enti locali si sposta sulle mobilità tra le regioni. I presidenti spingono per l’apertura immediata dei confini ma Palazzo Chigi non sembra essere intenzionato ad accelerare.
“Valuteremo nei prossimi giorni – ha detto il ministro Boccia a Repubblica – tutto dipende dalle curve epidemiologiche. Possibile il via libera per le zone a basso rischio, più difficile dopo l’indice di contagio è ancora molto alto“.
I parametri decisivi
Nessuna apertura delle regioni dal 18 maggio con il Governo che si è preso qualche settimana in più per vedere l’andamento del virus e anche studiare delle linee guida per consentire a tutti i governatori di aprire in sicurezza limitando al minimo il rischio di aumento dei contagi.
Come precisato dal Corriere della Sera, sono tre i requisiti che dovranno essere soddisfatti dalle singole regioni. La capacità di monitoraggio, quella di poter individuare i contatti dell’eventuale caso positivo e la tenuta dei servizi sanitari. Passaggi che saranno verificati nel confronto continuo che ci sarà con i governatori dal 18 maggio.
Ipotesi 1° giugno
La prima ipotesi del via libera alla mobilità tra regioni sembra essere quella del 1° giugno, almeno per le zone con numeri più bassi. Il via libera sembra essere strettamente collegato all’applicazione Immuni che ancora non è pronta.
In caso di ulteriori ritardi Palazzo Chigi dovrebbe ritornare sui propri passi e chiedere ai governatori di mettere in funzione le app regionali. Sistemi già pronti in alcune regioni con i rispettivi presidenti che sono stati costretti a metterli nel cassetto su suggerimento del premier Conte in attesa di Immuni. Applicazione che ancora non è stata ultimata e difficilmente sarà in funzione prima di giugno.
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