LinkedIn annuncia 716 licenziamenti e la chiusura in Cina

LinkedIn annuncia 716 licenziamenti e la chiusura in Cina

Altri licenziamenti nelle big tech. Il social network LinkedIn procederà con oltre 700 licenziamenti oltre alla chiusura dell’app in Cina.

Continua l’onda di licenziamenti nelle big tech. Anche LinkedIn ha annunciato il taglio di 716 posti di lavoro. Il social network di Microsoft dedicato ai professionisti del business ha annunciato cambiamenti più ampi che proseguirà anche con l’eliminazione dell’app dedicata al lavoro in Cina. Reuters riporta che l’amministratore delegato del social Ryan Roslansky in una lettera ai dipendenti, ha comunicato che il taglio di ruoli nei team di vendita, operativi e di supporto è finalizzato a snellire le operazioni dell’azienda.

Con la maggiore fluttuazione del mercato e della domanda dei clienti e per servire in modo più efficace i mercati emergenti e in crescita, stiamo ampliando l’uso dei fornitori“, ha scritto Roslansky. “Stiamo inoltre eliminando i livelli, riducendo i ruoli di gestione e ampliando le responsabilità per prendere decisioni più rapidamente” ha scritto l’ad comunicando l’esigenza di rispondere alle condizioni economiche.

linkedin

I cambiamenti nell’azienda

Roslansky ha spiegato anche che LinkedIn subirà cambi importanti. Tra le novità ha annunciato che i team di prodotto e ingegneria diventeranno responsabili della roadmap tecnologica dell’azienda, il team di produttività aziendale invece sarà gradualmente eliminato e integrato in altre parti dell’azienda. Inoltre, il 15 maggio verranno creati 250 nuovi posti di lavoro per i team di business e gestione degli account. 

“Sebbene InCareer abbia avuto un certo successo nell’ultimo anno grazie al nostro forte team con sede in Cina, ha anche incontrato una concorrenza agguerrita e un clima macroeconomico difficile”, ha affermato l’ad riguardo alla chiusura della sede cinese.

Nella lettera, LinkedIn ha precisato che i lavoratori negli Usa avranno diritto all’indennità di licenziamento, alla copertura sanitaria continua e ai servizi di transizione professionale, per tutti i dipendenti che non lavorano in Usa invece varranno i requisiti del Paese di appartenenza.