Vittoria per Lino Banfi: dopo la protesta la pagina Facebook torna attiva

Vittoria per Lino Banfi: dopo la protesta la pagina Facebook torna attiva

La pagina Facebook “Noi che Amiamo Lino Banfi” era stata disabilitata per il linguaggio ritenuto “troppo volgare”.

All’indomani dalla lettera scritta dallo stesso Lino Banfi al Corriere della Sera, la pagina Facebook seguita da più di 27 mila utenti è stata riabilitata. Il gruppo era stato censurato per alcune battute ritenute “contrarie agli standard della community in materia di istigazione alla violenza”.

Lino Banfi

Riabilitata la pagina di Lino Banfi

Alle ore 18.43 la pagina ufficiale su Facebook “Noi che Amiamo Lino Banfi Official”, è ricomparsa sul social network. In una lettera pubblicata al Corriere della Sera, l’attore pugliese aveva raccontato la rimozione del gruppo del 13 agosto, da parte di Meta, scagliandosi contro Mark Zuckerberg.

Ci ho messo più di 60 anni per far parlare il mio linguaggio a tutti, mi chiamano Maestro, mi danno i premi alla carriera e questo mi spegne tutto! Ma come si permette ‘sto arcimiliardario maledetto che chi chezzo lo conosce?, aveva dichiarato Banfi.

Ecco che poche ore dopo la protesta di Lino Banfi, Meta ammette l’errore. Le frasi e i video pubblicati e contestati dal loro algoritmo non sono quindi “contrari agli standard della community in materia di istigazione alla violenza” o di “incitamento all’odio” o in contrasto al divieto di pubblicare scene di nudo.

Calogero Vignera: “Semplici battute di film memorabili”

Grande gioia per Calogero Vignera, in arte Gerry Italia, 39enne agrigentino trasferito a Padova, creatore e amministratore della pagina, che dal 2017 ha ricevuto numerosi avvisi di violazione della politica di moderazione dei contenuti.

Ma in realtà si trattava di semplici battute dal linguaggio iconico di un attore che ha fatto la storia del cinema. “Il politicamente corretto ha rotto un po’ le “pelle”. Ma perché una battuta di Lino Banfi deve per forza offendere o discriminare qualcuno?”, dice Vignera.

“Un algoritmo non è in grado di analizzare il contesto nè di capire le sfumature e invece ha stabilito che Banfi, maestro della comicità, è un personaggio “cattivo” e pericoloso”, ha aggiunto l’amministratore della pagina.