Lino Banfi si scaglia contro Mark Zuckerberg dopo la chiusura del suo gruppo Facebook: “Perché ce l’hai con me?”.
A causa del linguaggio leggendario dell’attore pugliese, che Facebook ha ritenuto essere troppo volgare, la pagina “Noi che amiamo Lino Banfi – Official” è stata oscurata. Il gruppo era arrivato ad avere più di 27 mila membri, i quali usavano le espressioni tipiche di Banfi.
La censura della pagina Facebook
Nonostante si trattasse solo di un linguaggio comico e inconfondibile con cui si rendeva omaggio all’attore, l’algoritmo del social network non ha apprezzato tutti quei “Porca putténa”, “Disgrazieto maledetto”, “Ti metto l’intestino a tracollo”.
Dopo la censura della pagina dedicata a Lino Banfi, e fondata da Calogero Vignera, sono stati una miriade i commenti dei fan che on hanno accettato la decisione della piattaforma.
“Ancora una volta facebook ci ha bloccato e chiuso il gruppo facebook ufficiale. La nostra colpa come sempre è quella di condividere le battute, le foto e i film del maestro Banfi. Il politicamente corretto ha rotto un po’ le ‘pelle’. Perché una semplice battuta di Lino Banfi deve per forza offendere o discriminare qualcuno? Sono semplici battute di film memorabili del cinema”, scrive in un post Vignera.
“Al momento non esiste più il gruppo, diffidate da gruppi falsi, quelli ufficiali sono gestiti solo ed esclusivamente da Calogero. Per comunicazioni siamo qui in questa pagina, su Instagram, Tiktok, telegram, YouTube, Twitter. Facebook e la sua intelligenza artificiale che intelligenza di sicuro non è, NON ci fermerà….faremo sempre la guerra a questa cattiveria inaudita”, conclude.
La lettera di Lino Banfi a Zuckerberg
Lino Banfi decide di scrivere una lettera attaccando Mark Zuckerberg, il proprietario di Facebook che nelle scorse ore ha disabilitato la sua pagina ufficiale. “Ci ho messo più di 60 anni per far parlare il mio linguaggio a tutti, mi chiamano Maestro, mi danno i premi alla carriera e questo mi spegne tutto! Ma come si permette ‘sto arcimiliardario maledetto che chi chezzo lo conosce?“, scrive l’attore.
Nella sua lettera alterna toni seri ad altri scherzosi, esprimendo ancora una volta il suo linguaggio banfiota: “Ti metto i menischi nella scapolomerale! Ti spezzo il capocollo e te lo metto a tracollo (…). Mi sono rotto le pelle. E adesso fatemi pure arrestare”.