L’intimidazione ai Gattuso: “Mandato un amico a pagare”

L’intimidazione ai Gattuso: “Mandato un amico a pagare”

La resilienza della famiglia Gattuso di fronte alle minacce della ‘ndrangheta: un esempio di determinazione e solidarietà.

Nel cuore della Calabria, la famiglia dell’ex campione del mondo e attuale allenatore dell’Olympique Marsiglia, Gennaro “Rino” Gattuso, si è trovata ad affrontare una situazione drammatica, emblematica del pesante fardello che la criminalità organizzata può imporre anche ai nomi più noti dello sport italiano. Questo racconto non è solo la storia di un’intimidazione, ma anche di una risposta coraggiosa alla prepotenza della ‘ndrangheta.

Gennaro Gattuso

Un’escalation di violenza

La vicenda ha origine da un progetto imprenditoriale legato all’energia pulita. I Gattuso, attraverso un investimento in un impianto fotovoltaico a Corigliano Calabro, si sono ritrovati nel mirino della criminalità locale. Il terreno, di proprietà del padre e della sorella di Rino, è diventato oggetto di una richiesta estorsiva: i clan locali, con il metodo brutale che li contraddistingue, hanno chiesto un pizzo per permettere la realizzazione dell’impianto.

La tensione è salita alle stelle quando due auto di Ida Gattuso, sorella dell’ex calciatore, sono state incendiate in due occasioni distinte, nei mesi di ottobre e dicembre. Questi atti vandalici non erano altro che una chiara minaccia rivolta a Francesco Gattuso, il patriarca della famiglia, affinché cedesse alle richieste economiche dei criminali. La cifra richiesta ammontava a circa tremila euro, una somma non esorbitante ma significativa per il suo simbolico valore di sottomissione.

L’ex della sorella Ida le riferiva: “Non lo fanno per il lusso, è per il controllo del territorio. Se non li paghi hai finito, sei morto“.

La denuncia e la reazione

Nonostante la paura, la famiglia Gattuso ha scelto la strada della legalità. Ida Gattuso, in particolare, ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto ai carabinieri, rivelando così l’intero schema estorsivo ai danni della sua famiglia. Questo gesto ha permesso di avviare le indagini che hanno portato all’arresto dei responsabili: Aldo Abbruzzese, noto boss di Schiavonea, e la sua “spalla” Mustapha Hamil, entrambi accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Nel tentativo di porre fine a questa situazione oppressiva, Rino Gattuso ha agito attraverso le vie legali, dimostrando di non voler cedere alla logica del pizzo. È stato rivelato che un amico dell’ex calciatore ha effettuato il pagamento concordato in un incontro avvenuto in un bar locale, segno di una strategia volta a garantire la sicurezza della propria famiglia pur collaborando con le autorità.

La storia dei Gattuso contro la ‘ndrangheta non è solo un episodio di cronaca. Rappresenta la lotta di chi, nonostante la fama e il successo, si trova a dover affrontare la prepotenza e l’illegalità. Questo episodio dimostra come il calcio, e lo sport in generale, non siano immuni dalle insidie della criminalità, ma anche che la determinazione e il coraggio possono fare la differenza nella lotta per la legalità.