L’Iraq, 5 anni dopo la sconfitta dell’Isis

L’Iraq, 5 anni dopo la sconfitta dell’Isis

“Le persone stanno ricostruendo la città, ma anche la loro vita. Vanno avanti, ma i traumi dei bombardamenti e delle perdite sono vivi”.

Angela Brucato è capo progetto di Medici Senza Frontiere a Mosul, in Iraq, dove ormai 5 anni fa è stata archiviata la battaglia che ha portato alla sconfitta dello Stato Islamico.

Angela confida ai microfoni di Fanpage.it, che si trova in Iraq da circa due anni. La donna ha raccontato cosa è cambiato nella città e come si sta affrontando la ricostruzione.

Cosa sta facendo Medici senza Frontiere a Mosul? “Come MSF gestiamo qui tre ospedali, tra cui uno di maternità, dove effettuiamo all’incirca ottomila nascite annuali e offriamo anche servizi terapia intensiva neonatale. Abbiamo anche servizi di salute mentale e un enorme ospedale di chirurgia ortopedica dove effettuiamo circa mille operazioni all’anno”.

Isis

Cosa è cambiato negli ultimi 5 anni, da quando è finita la battaglia contro l’Isis? “C’è stato un miglioramento generale della sicurezza nel Paese, sono stati rimossi molti posti di blocco, li ho visti con i miei occhi essendo qui da quasi due anni.

Durante la battaglia per la presa della città erano stati anche distrutti i ponti che collegano Mosul alla parte Ovest e Est divise dal fiume Tigri. Le persone stanno ricostruendo non solo la città ma anche le loro vite.

Purtroppo, il quartiere della città vecchia, distrutto dai bombardamenti, è ancora oggi in rovina. Per quanto riguarda gli ospedali, la maggior parte sono andati distrutti durante gli attacchi e sono ancora un cantiere a cielo aperto”.

Cosa ci può dire della condizione delle donne? “Il target dello Stato islamico erano sia le donne che gli uomini. Possiamo dire che c’erano regole stringenti per tutta la popolazione. Quello che so dai racconti del nostro staff è che alle donne veniva imposto il burqa come agli uomini veniva chiesto di avere la barba, di non fumare e di indossare pantaloni tagliati sotto al ginocchio. Oggettivamente questo non succede più ed esce fuori anche parlando con la gente del posto”.