Liste d’attesa e misure governative: un'analisi oltre la propaganda
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Direttore: Alessandro Plateroti

Liste d’attesa (elettorali) e misure governative: un’analisi oltre la propaganda

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Il giornalismo italiano si butta ossessivamente su polemiche verticali, dimenticando il contesto e la sostanza. Le nuove misure sanitarie del governo sono davvero efficaci? Un’analisi oltre la propaganda per capire se migliorano realmente la vita dei cittadini.

Purtroppo il giornalismo in Italia è sempre più pavloviano, e non sto qui a ricordare il celebre esperimento del cane, della bistecca e della saliva. Appena c’è una bistecca mediatica che dondola pubblicamente, tutti si buttano a sviscerare lo stesso punto in abisso, ovvero con uno sguardo verticale ossessivo verso il basso, e nessuno ha più il senso delle cose e del contesto.

E’ bastato che il governo prendesse alcune decisioni in materia sanitaria a pochi giorni dal voto che subito si è scatenata la gazzarra. Scelta propagandista. Non solo, visto che le cosiddette liste d’attesa sono un vero attentato al diritto alla salute dei cittadini sancito oltretutto dalla nostra bellissima e troppo citata a vanvera costituzione, il mainstream è andato alla ricerca maniacale del peggio in materia, come se queste cose non le sapessimo già. E dai con i record negativi, la Lombardia, polo d’eccellenza storico, è la messa peggio di tutte, pensate un po’…. Che per fare una colonscopia ci volessero fino a 700 giorni, purtroppo, si sapeva anche prima dell’ultima polemica elettorale. Io ci ho fatto un titolo un anno fa.

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Allora il vero tema è un altro, le misure prese sono efficaci o no? Migliorano in assoluto, al di là di quando e perché sono state prese, la vita dei cittadini? Se siamo onesti e ci preoccupiamo di dare all’opinione pubblica un quadro coretto della realtà, sì. Non si tratta di una panacea, di un colpo di bacchetta magico che risolve tutto il problema in una sola volta, ma un passo in avanti c’è.

Il decreto e il disegno di legge voluti dal governo, discutibili e migliorabili, introducono elementi importanti: si lavora anche il weekend, gli straordinari dei medici sono messo tassati, si unificano e si razionalizzano i centri dati, si stabiliscono regole più serie nel rapporto tra pubblico e privato.

Non ci sono soldi per ora nelle casse dello Stato, del resto in quattro anni abbiamo speso 150 miliardi pubblici per rifare il 4% delle case degli italiani, un vero supermalus, un de-efficientamento, per giocare con le parole che vanno di moda. Un efficientamento da deficienti insomma, in senso latino.

La strada però, torniamo al tema sanità, è quella giusta, molto rimane da fare e si dovrà fare, soprattutto in tema di risorse, per il capitale umano e la medicina di prossimità in primis. Siccome in Italia si vota sempre, saranno pure cose per acchiappare voti (come se le polemiche a priori di chi di volta in volta è all’opposizione non lo fossero) ma almeno ci acchiappiamo pure una gastroscopia (a titolo di esempio) in tempi che non offendano la dignità e il concetto stesso di prevenzione.

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ultimo aggiornamento: 7 Giugno 2024 10:02

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