L’Italia, un Paese di ultracentenari

L’Italia, un Paese di ultracentenari

In Italia le nascite sono calate di circa 184mila dal 2008, mentre la popolazione continua ad invecchiare progressivamente.

Nel 2008 si registrò per l’ultima volta un aumento delle nascite, mentre ad oggi il tasso è sceso di 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti. Secondo l’ultimo report dell’Istat, emerge che questo fenomeno è dovuto alla “rinuncia ad avere figli da parte delle coppie” in Italia, ma anche dal “calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile”.

Anziani

Quasi 22mila ultracentenari

Il 2022 ha toccato il livello più alto della storia di invecchiamento della popolazione, contando quasi 22mila ultracentenari, ovvero oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente. Questo dato si è triplicato negli ultimi vent’anni, superando il quinquennio 2015-2019, quando c’è stato un aumento dei nati tra lo scoppio del primo conflitto mondiale e la pandemia da influenza spagnola.

Secondo l’ultimo report Istat sugli indicatori demografici, un italiano su quattro ha almeno 65 anni. Nonostante l’elevato numero di decessi registrato negli ultimi tre anni tra i soggetti di questa età, il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito portando l’età media della popolazione da 45,7 a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023.

La popolazione ultrasessantacinquenne, quindi, raccoglie 14 milioni 177mila individui a inizio 2023 costituituendo il 24,1% della popolazione totale contro il 23,8% dell’anno precedente.

Nascite in calo e matrimoni in aumento

Prosegue il calo delle nascite, verificatosi tra il 2020 e il 2012, con un’età media al parto pari a 32,4 anni. Secondo i dati raccolti, il numero medio di figli per donna è pari a 1,26 al Nord e a 1,16 al centro. Al Sud, invece, si registra un lieve aumento con il numero medio di figli per donna che si attesta a 1,26, ma l’età media al parto è leggermente superiore nel Nord e nel Centro (32,6 e 32,9) rispetto al Mezzogiorno.

Nel 2023 si registra un lieve aumento nel numero dei matrimoni, con un tasso che passa dal 3,1 al 3,2, ritornando così ai livelli pre-pandemia. Il tasso più elevato si riscontra nel Mezzogiorno (3,6) mentre nel Nord e nel Centro i livelli sono inferiori (3).