Per i Paesi europei è possibile staccarsi totalmente da Putin? Intanto la Lituania rifiuta il gas russo e propone un’alternativa energetica.
Mentre i Paesi europei tremano all’eventualità di chiudere totalmente le porte al gas proveniente dalla Russia qualcuno ha già iniziato a farlo. La Lituania rifiuta il gas russo e adesso diventa un modello al quale guardare ed eventualmente prendere come esempio.
Ingrida Simonyte, Primo ministro della Lituania, ha comunicato quanto segue: “Non consumeremo più un solo centimetro cubo del gas tossico russo”. La Lituania sarà il primo Paese a rifiutare l’importazione del gas russo. Sembra che anche Lettonia ed Estonia siano pronte a fare la stessa cosa.
Il 2 aprile Amber Grid, operatore che si occupa della trasmissione del gas, ha mostrato che l’importazione dello stesso in Lituania era pari a 0 MWh. Gitanas Nauseda, presidente della Lituania ne è certo: la politica adottata nella piccola nazione baltica si può replicare negli altri Stati europei.
L’Unione Europea è fortemente dipendente dal gas russo. Per questo sono molte le difficoltà di porre un embargo energetico contro la Nazione di Putin. Tagliare del tutto le forniture al momento sembra un’ipotesi quasi impossibile.
Le alternative energetiche
La Lituania, per potersi permettere questo distacco dal gas russo, ha investito in un terminale di gas naturale liquefatto. Il terminale era stato ordinato dalla Lituania nel 2011 ed è poi arrivato a Klaipeda il 27 ottobre del 2014, anno in cui è stato inaugurato.
A differenza del gas naturale quello liquefatto si può trasportare via mare permettendo al Paese che lo utilizza di avere diverse fonti di approvvigionamento. Fdi Intelligence ha spiegato che l’unità di Klaipeda riceve il gas da Australia e Stati Uniti tramite cisterne particolari e poi viene riconvertito in altri combustibili. Infine il prodotto pronto per l’utilizzo viene distribuito grazie ad una rete regionale.
Per essere ancora più indipendente la Lituania ha approvato, inoltre, un pacchetto di leggi rivolte allo sviluppo dell’energia eolica offshore nel Mar Baltico. C’è già il via alla costruzione del primo impianto. Mentre la Lituania si è preparata per tempo, in Paesi come Italia o Germania seguire il suo esempio sembra un’opzione remota, per i contratti a lungo termine stipulati e per le alternative attualmente non disponibili nell’immediato.