Lo smart working deve essere realmente smart

Lo smart working deve essere realmente smart

Il Covid ha imposto lo smart working diventando una conquista dove si faticava ad accettare ma deve aiutare a redistribuire il lavoro.

Gli anni della pandemia ci lasciano in eredità la conquista dello smart working ormai entrato nella concezione di molti datori di lavoro, anche di chi prima faticava ad accettare il lavoro da remoto. Spesso, soprattutto nel nostro paese, non viene ben visto ma il lockdown e il Covid hanno imposto questo sistema ridisegnando completamente la concezione del lavoro.

Negli ultimi anni, anche grazie allo smart working, molti hanno deciso di lasciare il proprio lavoro perché insoddisfatti e perché volevano maggior tempo libero. Molti paesi stanno sperimentando la riduzione dell’orario di lavoro, come accaduto nel Regno Unito per ridurre il carico di intensità lavorativa ed essere più flessibili.

Anche i benefici ambientali non sono da poco per la riduzione del pendolarismo quotidiano dei lavoratori. Così come i soldi risparmiati da chi lavora da remoto. Secondo una ricerca dell’Università di Stanford 2,5 milioni di lavoratori hanno risparmiato a testa 5mila dollari.

smart working

Il lavoro agile non deve essere un privilegio

Grazie alla tecnologia il lavoro da remoto è una realtà diventata la normalità in molte aziende e in molti paesi ma nel nostro paese, e non solo, si fa ancora molta fatica ad applicarlo in modo appropriato. Spesso risulta essere un privilegio dei cosiddetti white collar a discapito dei blue collar. Per questo è necessario democratizzarlo per applicarlo in maniera omogenea e redistribuire il lavoro in modo più smart, appunto.

Lo smart working va quindi reso strutturale nelle organizzazioni sociali e produttive, rendere gli ambienti più adeguati e prevedere occasioni di socialità. L’Italia, inoltre, potrebbe anche cogliere l’occasione di diventare il Bel Paese in cui si va a vivere per lavorare da remoto e godere di un turismo 12 mesi l’anno. Un’occasione per attrarre persone dall’estero ma è necessario adeguare i servizi e renderli efficienti.