Cos’è la loggia Ungheria

Cos’è la loggia Ungheria

Cos’è la loggia Ungheria: il caso nato dalle dichiarazioni dell’avvocato Amara e dai verbali secretati circolati.

Il nuovo caso che scuote il Csm si chiama loggia Ungheria e nasce dei verbali di Piero Amara, documenti al vaglio degli inquirenti che vogliono capire se ci sia un fondo di verità o se l’avvocato abbia costruito un caso per altri scopi.

Cos’è la loggia Ungheria

La loggia Ungheria sarebbe un’associazione segreta che avrebbe condizionato nomine e decisioni. Al momento non è certo che la loggia esista o sia mai esistita. Al momento esiste solo nei verbali dell’avvocato Amara, circolati nonostante fossero secretati. Insomma, l’esistenza di questa loggia non è certa. Anzi, c’è chi la considera improbabile. Ma si indaga. Le autorità vogliono andare a fondo.

Giustizia

I membri della loggia

Amara afferma che fanno parte della loggia Ungheria personaggi di spicco e di peso. Magistrati, imprenditori, politici, uomini ai vertici delle forze dell’ordine. Una quarantina di persone. I nomi sarebbero scritti su una lista che si trova all’estero.

Tribunale

Le indagini: i verbali (secretati) di Amara

Il caso della loggia Ungheria nasce nel 2019. Nel corso di un interrogatorio l’avvocato Piero Amara parla della loggia Ungheria e afferma di esserne un membro. Parla in maniera approfondita dell’associazione. Fa nomi, cognomi, dati, date, parla di vicende spinose.

Per il coinvolgimento del soggetto in diversi procedimenti, gli inquirenti si muovono con cautela ma suggeriscono di procedere con accertamenti sulla loggia Ungheria. Insomma, cercano riscontri concreti che possano in qualche modo dare una forma alle parole dell’avvocato.

Una svolta nelle indagini avviene nel momento in cui il pm che segue il caso decide di contattare Piercamillo Davigo, al quale mostra i verbali con le dichiarazioni di Amara. Ipotizzando di essere in qualche modo ostacolato, il pm Storari fornisce a Davigo copie dei verbali nonostante siano secretati. Davigo riceve i verbali e si muove in maniera informale parlando con esponenti del Csm.

Il fascicolo passa alla Procura di Perugia. Si mette al lavoro Raffaele Cantone. Intanto alcuni giornalisti ricevono un fascicolo e una lettera anonima. Nel fascicolo ci solo le copie dei verbali di Amara. I giornalisti sporgono denuncia. Anche Nino Di Matteo, del Csm, riceve il fascicolo anonimo. Gli accertamenti degli inquirenti permettono di risalire ad una dipendente del Csm e segretaria di Davigo. Gli inquirenti ispezionano la casa della donna e trovano copia dei verbali. Ritengono che lei abbia inviato i plichi anonimi.