I ricercatori di Humanitas hanno analizzato il meccanismo alla base delle complicazioni che si verificano tempo dopo un tampone positivo.
Se si viene ricoverati per Covid-19 con conseguenti danni al cuore si ha un 50% di possibilità di soffrire di complicanze cardiache per diverse mesi dopo il contagio. Questo è esattamente ciò che si è portato via la vita di Bray Wyatt, ex campione mondiale recentemente morto a solo 36 anni.
Un gruppo di ricercatori Humanitas sta studiando da tempo il fenomeno, cercando di comprenderne l’origine. Secondo quanto scoperto dagli esperti, tutto partirebbe da una reazione autoimmune che sarebbe capace di spiegare le varie manifestazione del cosiddetto Long Covid. I risultati dello studio, pubblicati su Circulation, spiegano che gli effetti di questo disturbo possono persistere per mesi ed essere fatali.
Il disturbo autoimmune
Lo studio dei ricercatori di Humanitas ha accertato che l’incontro dei nostri globuli bianchi con il SARS-CoV-2 sarebbe in grado di disattivare il riconoscimento, da parte delle cellule immunitarie, di quelli che sono i tessuti del nostro corpo, finendo per scagliarsi anche contro il cuore.
La ricerca sul Long Covid è nata da un lavoro congiunto tra il gruppo di Marinos Kallikourdis, capo del laboratorio di immunità adattiva di Humanitas, ed il team di Gianluigi Condorelli, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’istituto, e della squadra di Marco Francone, responsabile dell’Imaging Cardiovascolare di Humanitas.