Luana D’Orazio morta sul lavoro: patteggiati due anni per i titolari

Luana D’Orazio morta sul lavoro: patteggiati due anni per i titolari

In seguito alla morte di Luana D’Orazio avvenuta lo scorso anno in azienda, i titolari fanno richiesta di patteggiamento.

Risale a maggio del 2021 il tragico incidente che ha visto la morte della 22enne Luana D’Orazio. La ragazza, in assenza di barriere di sicurezza, è stata stritolata dal macchinario tessile che stava utilizzando. Accusati i titolari d’azienda e il manutentore tecnico, che oggi chiedono un patteggiamento di due anni ai magistrati.

Polizia

Luana D’Orazio, la 22enne morta sul lavoro in provincia di Prato il 3 maggio 2021. La ragazza lavorava in un’azienda tessile e nelle prime ore di quella mattina è rimasta incastrata in un macchinario. Sono stati accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche tre persone: la titolare d’azienda Luana Coppini, suo marito Daniele Faggi e di Mario Cusimano, tecnico manutentore.

Richiesta di patteggiamento

Nella giornata di oggi, giovedì 27 ottobre, il pubblico ministero ha accolto la richiesta di patteggiamento a due anni da parte dei due principali imputati nel processo, Luana Coppini e Daniele Faggi. L’accordo richiesto dai legali riguardano: 2 anni di reclusione per Luana Coppini, titolare della ditta in cui è avvenuto l’incidente mortale, e 1 anno e 6 mesi per il marito Daniele Faggi, titolare di fatto, entrambi con sospensione condizionale della pena.

La procura inizialmente aveva posto come condizione l’effettivo pagamento del risarcimento stabilito in circa di 1 milione di euro. Nel pomeriggio la giudice Francesca Scarlatti, deciderà se accettare o meno la proposta di patteggiamento. Per quanto riguarda Mario Cusimano, manutentore dell’azienda, il magistrato deciderà su un eventuale rinvio a giudizio dell’imputato. 

Le accuse

Tutti e tre, comunque, sono chiamati a rispondere delle ipotesi di reato di omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche. Secondo l’accusa, Luana era stata costretta a lavorare con un macchinario con le barriere di sicurezza disattivate. Una decisione attuata per alleggerire le attività degli operai, ma che si è rivelata fatale per la 22enne.

La mamma della ragazza, Emma Marrazzo, ha commentato: “Se la vita di mia figlia vale due anni, mi rimetto a quello che decideranno, ma non so se il pm ha figli…Credo e confido ancora nella giustizia, attendo il responso finale”.