La rinascita di Lucas Biglia passa dalla squadra: il direttore d’orchestra dirige la sinfonia rossonera in modo magistrale.
Milan, Lucas Biglia ora è uno spettacolo. Non sarà (e non è) Andrea Pirlo: i due in comune hanno solo il numero 21 sulla maglia rossonera, poi Biglia è un mediano e gioca come tale, Pirlo ha avuto il grande merito di inventarsi un nuovo ruolo e scrivere di fatto una pagina della storia del calcio.
Biglia invece è un centrocampista centrale, un mediano per intenderci: non fisico ma resistente. dotato soprattutto di grande intelligenza tattica. Legge benissimo le situazioni di gioco, anticipa spesso le mosse degli avversari e il piede ce lo mette sempre. Questo è il piatto forte del centrocampista argentino, che poi vanta anche di un piede abbastanza educato.
Biglia gira grazie al Milan
Il punto di forza di Lucas Biglia non sono le qualità balistiche, sono quelle mentali: ha il tempo di gioco nel sangue perché vede prima la giocata, sa quando accelerare e quando rallentare la circolazione del pallone e sa aprire spazi importanti nel centrocampo avversario con passaggi non difficili dal punto di vista tecnico ma banalmente intelligenti.
Per rendere al meglio l’ex Lazio ha bisogno di una squadra che si muova intorno a lui, ha bisogno di due, tre o quattro alternative tra cui scegliere. Lui sceglierà sempre o quasi la migliore. Di fatto Biglia è cresciuto perché è cresciuto il Milan, sia dal punto di vista tattico che dal punto di vista atletico.
Permettetemi la metafora: Lucas Biglia è un direttore d’orchestra. Tutti cantano e si muovono, lui dà gli attacchi e detta il tempo. E lo fa bene.
I numeri dicono che oggi Lucas Biglia è uno dei centrocampisti più precisi della nostra Serie A: sbaglia pochissimo e fa girare la squadra, è il tassello che da anni il Milan cercava in Montolivo, un giocatore con caratteristiche ancora diverse.
Insomma, l’importante è capirsi.
