Cambio rotta del M5S in Abruzzo: scoppia la polemica
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Cambio rotta del M5S in Abruzzo: scoppia la polemica

Giuseppe Conte

Tra scontento interno e alleanze controverse, nel M5S la democrazia diretta sembra sfumare.

Il M5S sembra aver messo da parte, almeno temporaneamente, il principio fondante della democrazia diretta, una pratica che in passato non era mai stata trascurata.

In occasione delle elezioni regionali in Abruzzo, la decisione di sostenere Luciano D’Amico e formare una vasta coalizione con PD, Azione, Abruzzo Vivo (Italia Viva), e Verdi-Sinistra è stata presa senza il consueto voto online della base.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte
Leggi anche
L’alleanza Calenda-Conte già in bilico? “È un populista”

M5S, democrazia diretta: un ricordo lontano?

Questo cambio di rotta ha generato malcontento e delusione tra alcuni attivisti del M5S. Questo perché vedono in questa mossa una deroga ai valori fondamentali del movimento.

L’alleanza è stata fortemente voluta dal coordinatore regionale e dalla maggior parte dei portavoce regionali“, confida un attivista anonimo al ilGiornale.it . Altri, invece, denunciano l’utilizzo di “escamotage” per legittimare scelte discutibili senza un reale supporto della base.

Nonostante le assicurazioni del coordinatore regionale Gianluca Castaldi, che respinge le critiche parlando di “sciocchezze” e sottolinea l’adesione a procedure rispettose dello statuto, l’assenza del voto online per l’approvazione della coalizione lascia molti perplessi.

Candidati e le strategie del “campo largo”

La lista dei candidati, approvata da una maggioranza dei votanti ma con una partecipazione non esaltante, è vista come un’ulteriore conferma dell’abbandono alla partecipazione diretta. Questa percezione di distacco dai principi originari del movimento suscita dubbi e critici anche riguardo alla coerenza del sostegno a figure politiche precedentemente criticate. Una tra queste è proprio D’Amico.

Gianluca Castaldi sottolinea l’impegno del partito nella creazione di un programma condiviso da tutta l’area progressista, cercando di minimizzare le divisioni interne e invitando alla coesione. Tuttavia, il dissenso persiste, con una parte degli attivisti che esprime la volontà di non supportare D’Amico alle urne, in nome della coerenza con la storia e i valori del movimento.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 8 Marzo 2024 16:49

L’alleanza Calenda-Conte già in bilico? “È un populista”

nl pixel