L’ex esponente pentastellato, Alessandro Di Battista, spara a zero sul suo ex partito, criticando aspramente l’ingresso del Movimento 5 Stelle nel Governo Draghi.
ROMA – Alessandro Di Battista non fa più parte del Movimento 5 Stelle, da cui è uscito nello scorso febbraio dopo 11 anni di militanza. Tuttavia, le critiche da parte dell’ex deputato pentastellato nei confronti del suo ex partito non si placano.
Di Battista all’attacco
In un post su facebook, ecco quanto ha scritto il 42enne romano:
Ristori insufficienti. Questione morale sparita (vedi caso Durigon). Lotta alla casta impalpabile (vedi silenzio sui voli di Stato della Casellati). Progressivo smantellamento dell’architettura del governo precedente (altro che “controllare” dall’interno). Ritorno dei vitalizi, ritorno delle lobbies, transizione ecologica a suon di trivelle, mini-nucleare, inceneritori e ponte sullo Stretto. Le chiacchiere stanno a zero. Un movimento (ancora?) di rottura/cambiamento dovrebbe uscire all’istante dal governo Draghi e chi ha spinto perché entrasse dovrebbe scusarsi e ammettere l’errore. Buona serata!
La spaccatura e l’addio
Da sempre esponente di punta dell’ala movimentista e radicale del M5S, Alessandro Di Battista non ha mai risparmiato critiche nei confronti degli alleati al Governo: prima la Lega e l’allora ministro dell’Interno Salvini, poi il Pd e Matteo Renzi. Ritenendo che i pentastellati debbano rimanere autonomi e alternativi a centrodestra e a centrosinistra, l’ex vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari si è opposto infine all’ingresso dei grillini nell’Esecutivo diretto da Mario Draghi. L’11 febbraio, dopo il voto positivo sull’entrata nel Governo del Movimento sulla piattaforma Rousseau, annuncia l’intenzione di abbandonare il movimento politico dopo oltre 11 anni tra militanza e attivismo.