A seguito dei continui disordini in Francia, Macron reputa inaccettabile la “strumentalizzazione della morte di un adolescente”.
Sempre più alta la tensione in Francia dove negli ultimi giorni, dopo l’uccisione del 17enne Nahel, sono nate violente proteste con barricate, cassonetti e auto incendiate. Il governo di Emmanuel Macron risponde con misure di contenimento e un appello rivolto ai genitori dei giovani manifestanti: “È responsabilità dei genitori tenerli in casa”.
Le misure politiche contro le proteste in Francia
Dopo la morte di Nahel, il 17enne ucciso martedì 27 giugno a Nanterre da un poliziotto, in Francia sono scoppiate violente rivolte: edifici danneggiati, auto bruciate e roghi divampati nelle strade pubbliche. Nel Paese sono stati dispiegati 40mila gendarmi e agenti di polizia.
Il governo francese ha annunciato lo stop ai grandi eventi vietando la circolazione di qualsiasi mezzo di trasporto dopo le 21. Intanto, oltre 900 persone sono già state fermate dalla polizia, e un manifestante di 20 anni è morto dopo essere precipitato dal tetto di un negozio a Petit-Quevilly (Seine-Maritime).
“Faremo di tutto” per evitare una nuova notte di violenza, ha dichiarato ieri il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin.
Macron contro i social
Al termine della riunione della cellula interministeriale di crisi a Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron ha definito la sommossa “un’inaccettabile strumentalizzazione della morte di un adolescente”. Scagliandosi contro i social media, che “svolgono un ruolo considerevole nei movimenti degli ultimi giorni”, ha dichiarato che soprattutto su TikTok e Snapchat sarebbero stati organizzati “raduni violenti”.
Rivolgendosi ai genitori dei manifestanti poi, il presidente ha dichiarato che essi debbano “assumersi le proprie responsabilità, poiché la situazione che stiamo vivendo è il risultato di gruppi organizzati e attrezzati, ma anche di molti giovani”.
“Un terzo dei fermati della notte scorsa sono dei giovani, o anche giovanissimi. È responsabilità dei genitori tenerli in casa“, aggiunge Macron, seguito da Darmanin che parla di un “problema di genitori”, precisando che alcuni fermati non superano i 13 anni.