I leader europei, tra cui Macron e Starmer, esprimono preoccupazione per i dazi imposti da Trump, mentre la Germania considera il rimpatrio.
Negli ultimi tempi, il panorama economico internazionale è stato scosso da una serie di decisioni politiche che hanno messo a dura prova le relazioni tra le principali potenze mondiali, Macron ne sa qualcosa. L’imposizione di dazi da parte dell’amministrazione statunitense ha innescato una serie di reazioni a catena, coinvolgendo leader europei e influenzando le economie nazionali.

Le Preoccupazioni di Macron e Starmer
In questo contesto di crescente tensione, il Primo Ministro britannico Keir Starmer e il Presidente francese Emmanuel Macron hanno avviato un dialogo per affrontare le sfide poste dai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti. Durante una recente conversazione telefonica, i due leader hanno concordato sull’importanza di evitare una guerra commerciale, sottolineando che tale scenario non sarebbe nell’interesse di nessuno.
Secondo Downing Street, «hanno convenuto che una guerra commerciale non è nell’interesse di nessuno, ma nulla dovrebbe essere escluso ed è importante tenere le aziende aggiornate sugli sviluppi».
Macron ha ribadito il suo impegno alla collaborazione multilaterale: «In questi tempi di sconvolgimenti, rimane una certezza: di fronte ai grandi shock del mondo, dobbiamo andare avanti insieme». Ha poi aggiunto: «Una guerra commerciale non è nell’interesse di nessuno. Dobbiamo essere uniti e risoluti per proteggere i nostri cittadini e le nostre imprese».
La Risposta della Germania
Parallelamente, la Germania sta valutando misure significative in risposta all’incertezza generata dalle politiche commerciali statunitensi. Fonti riportano che Berlino sta considerando il rimpatrio di una parte sostanziale delle sue riserve auree attualmente custodite presso la Federal Reserve di New York. Si tratta di circa 1.200 tonnellate d’oro, che rappresentano una porzione significativa delle riserve totali del paese.
Secondo il quotidiano Bild, «alti funzionari della CDU, che dovrebbe guidare il prossimo governo tedesco, stanno discutendo la possibilità di spostarla da New York a causa del timore che Washington non sia più un partner affidabile».
Nel frattempo, anche l’Asia prende posizione. La Cina, in risposta ai dazi statunitensi, ha adottato tariffe di ritorsione del 34% sui prodotti USA e restrizioni sulle esportazioni di terre rare, mentre il Giappone prevede un colloquio diretto con Trump.
Mentre le tensioni commerciali continuano a crescere, i leader europei sono chiamati a navigare in un ambiente geopolitico sempre più complesso, cercando di proteggere le loro economie e mantenere stabili le relazioni internazionali. La possibilità di una guerra commerciale globale rappresenta una minaccia concreta, e le prossime mosse dei principali attori saranno determinanti per il futuro dell’economia mondiale.