Per resistere alla concorrenza sleale degli Usa, la Francia propone la strategia del Made in Europe e del Buy european.
L’Inflation reduction act di Joe Biden ha preoccupato sin da subito l’Ue e gli stati europei. Il motivo sono le ingenti risorse pubbliche, circa 370 miliardi di dollari, che la Casa Bianca ha deciso di investire a favore delle aziende negli Usa. Una mossa a doppia faccia di Washington, perché l’obiettivo è quello in favore del cambiamento climatico e quindi di incentivare le industrie alla decarbonizzazione. Dall’altra parte ha una chiara lettura protezionistica che va a proteggere la produzione statunitense ma a discapito di quella europea.
Anche se l’obiettivo da cui proteggersi non era l’Europa bensì la Cina, questa decisione dell’amministrazione Biden si ripercuoterà su tutto il commercio mondiale e anche sull’Unione europea e sugli stati membri. Per questo, sia Bruxelles che i paesi stessi hanno deciso di correre ai ripari e contrastare gli effetti negativi provenienti da Washington. L’Europa dovrà intervenire necessariamente con aiuti pubblici verso le proprie filiere, specialmente quelle legate alla transizione energetica per diminuire la dipendenza dalla Cina.
Le ipotesi per adeguarsi alla misura degli Stati Uniti
La Francia ha inviato a tutte le capitali dell’Unione europea un documento dove spiega la strategia “Made in Europe”, un modo per rispondere alle sfide dell’Inflation reduction act e alla guerra in Ucraina. La proposta di Macron di fronte al rischio di una deindustrializzazione dell’Europa, ed evitare che le imprese spostino gli investimenti e la produttività altrove per sfuggire all’aumento dei prezzi dell’energia, è quella di uno “choc” per facilitare l’adozione di aiuti di stato. Parigi propone anche di introdurre il principio “Buy european”.
Tra le ipotesi sul tavolo c’è anche quella della creazione di un fondo in aggiunta al RePowerEu e altri strumenti. Questo però potrebbe avere delle difformità perché i paesi con minor debito come la Germania sarebbero avvantaggiati di molto rispetto a quelli con maggior debito, come l’Italia.