Le indagini sul presunto pianto di lacrime dalla statua della Madonna di Trevignano Romano sono a un punto di svolta.
Dal 2014, ogni terza domenica del mese, a Trevignano Romano, una piccola cittadina sul lago di Bracciano, si registra un evento insolito: la statua della Madonna di Medjugorje sembra piangere lacrime di sangue dagli occhi.
L’evento ha attirato l’attenzione dei media e di numerosi fedeli che si recano in preghiera presso la statua.
Recentemente, si è venuto a sapere che un investigatore privato ha presentato un esposto contro la veggente che custodisce la statua, la quale afferma di essere in contatto diretto con la Vergine e di ricevere da lei messaggi che vengono poi trasmessi ai fedeli.
Secondo quanto riportato dall’inviato di “Mattino Cinque News”, Paolo Capresi, gli inquirenti hanno condotto delle analisi ematiche, le quali hanno rivelato che la consistenza, il colore e la densità del liquido, che sarebbe stato raccolto dalle lacrime, sarebbero compatibili con il sangue di maiale.
“È compito del vescovo rispondere alle domande dei fedeli, dobbiamo essere una Chiesa della verità e non possiamo continuare ad agire in mezzo alle incertezze”, ha affermato il reverendo Patrizio Coppola.
D’altra parte, la giornalista Safiria Leccese ha espresso la sua preoccupazione sul fatto che l’abuso commesso dalla sedicente veggente Gisella Cardia non sia stato fermato a livello amministrativo. “La Chiesa deve intervenire e fermare Gisella.
Se le accuse sono confermate, quest’inganno avrebbe sfruttato il bisogno di spiritualità delle persone e potrebbe configurarsi come un grave reato di frode“, ha aggiunto. Al momento, i risultati ufficiali dell’indagine sono ancora attesi. Intanto, la veggente Gisella si è trasferita nel vicino convento di San Vincenzo a Bassano.