Terrificante: madre uccide la figlia e finge il sequestro, trovata seppellita in un campo

Terrificante: madre uccide la figlia e finge il sequestro, trovata seppellita in un campo

Martina Patti, 25 anni, è stata condannata a 30 anni per l’omicidio premeditato della figlia Elena. La sentenza riflette la gravità.

La prima Corte d’assise di Catania ha condannato a 30 anni di reclusione Martina Patti, la giovane madre accusata di aver ucciso la figlia Elena di quasi cinque anni, come riportato da ansa.it. La sentenza, ha accolto pienamente le richieste del procuratore aggiunto e della sostituta, che avevano sollecitato il riconoscimento delle attenuanti generiche in considerazione della confessione e della collaborazione dell’imputata. Patti ha infatti confessato il delitto, ma non ha fornito spiegazioni sul movente.

La sentenza e le motivazioni

Martina Patti è stata accusata di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. Durante il processo, la difesa aveva chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere, e in subordine il riconoscimento delle attenuanti generiche e l’esclusione dell’aggravante della premeditazione. Tuttavia, la Corte ha ritenuto le prove sufficienti per emettere una condanna severa.

Il delitto e il tentativo di depistaggio

Il tragico evento ha avuto luogo a Mascalucia, dove la piccola Elena è stata trovata senza vita in un campo vicino alla casa di famiglia. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri del comando provinciale di Catania, Martina Patti avrebbe ucciso la figlia utilizzando un’arma da taglio e successivamente avrebbe cercato di inscenare un sequestro per depistare le indagini.

La mattina del delitto, dopo aver ripreso Elena dall’asilo, Martina Patti ha portato la bambina in un campo abbandonato. Lì, ha compiuto l’atroce gesto e ha seppellito il corpo in cinque sacchi di plastica nera, utilizzando una pala e un piccone per nasconderlo. Successivamente, la madre ha contattato i propri genitori e l’ex compagno, padre della bambina, dichiarando che Elena era stata rapita.

Martina Patti ha poi denunciato il falso sequestro ai Carabinieri, riferendo che il rapimento poteva essere collegato a delle minacce ricevute nel 2021. Tuttavia, la sua versione dei fatti non ha retto agli accertamenti investigativi. Le contraddizioni emerse dalle sue dichiarazioni e le prove raccolte sul luogo del delitto hanno portato alla sua incriminazione.

Il caso ha sconvolto la comunità locale, suscitando profonda tristezza e indignazione. La condanna a 30 anni di reclusione riflette la gravità del crimine commesso e la volontà della giustizia di punire severamente atti così efferati.

Argomenti