Catanzaro, arrestato un magistrato: sentenze di favore in cambio di prestazioni sessuali

Arrestato un magistrato a Catanzaro per corruzione. Il giudice era disposto a pronunciare sentenze in favore in cambio di prestazioni sessuali.

CATANZARO – Nelle prime ore di mercoledì 15 gennaio 2020 un magistrato della Corte di Appello di Catanzaro è stato arrestato per corruzione. Secondo la Procura, il magistrato era disposto a pronunciare sentenze in favore in cambio di prestazioni sessuali o di soldi.

I destinatari dei provvedimenti sono otto, sette dei quali di custodia cautelare in carcere. Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Salerno e nelle prossime ore ci potrebbero essere ulteriori arresti.

Magistrato arrestato a Catanzaro

Denaro contante, oggetti preziosi e prestazioni sessuali. Sono queste le cose che gli indagati proponevano al magistrato per avere delle sentenze in favore. Secondo l’accusa queste azioni erano fatte per “far riottenere il vitalizio a un ex politico calabrese” e “per agevolare futuri avvocati per il superamento del concorso“. Otto i mandati di custodia cautelari emessi dalla Procura mentre altre 16 persone risultano essere indagati. Nelle prossime ore la loro posizione sarà valutata dai magistrati. Previsti, infatti, diversi interrogatori per chiarire meglio questo movimento corruttivo.

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Tra i coinvolti anche un medico

Tra le persone coinvolte anche un medico in pensione ed ex dirigente dell’Azienda sanitaria di Cosenza. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il professionista ‘pagava’ mensilmente il magistrato per il suo asservimento ed era alla ricerca di nuove occasioni di corruzioni offrendo agli imputati una sentenza in favore in cambio di regali o favori sessuali.

Un’indagine iniziata diversi mesi fa e che ora ha visto la sua prima conclusione. Gli interrogatori previsti nelle prossime settimane serviranno a chiarire questo sistema corruttivo. Possibile l’iscrizione sul registro degli indagati di altre persone coinvolte nella vicenda. L’arresto del magistrato ha fatto scalpore in tutta la Calabria visto che era presidente della Corte d’Appello.

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