Sale l’attenzione per la malattia misteriosa in Congo: anche in Italia si prendono delle precauzioni. Ecco cosa sta succedendo nel nostro Paese.
Sta facendo paura in Congo la malattia misteriosa che ha già causato decine di morti, in particolare tra i bambini. Anche l’Italia è chiamata ad alzare l’attenzione soprattutto per quanto riguarda gli ingressi nel Paese provenienti dall’estero. In questo senso, si stanno prendendo le prime precauzioni per evitare problematiche.
Malattia misteriosa in Congo: cosa succede in Italia
Massima attenzione per la malattia misteriosa che sta facendo decine di vittime in Congo. Nelle scorse ore è scattato l’allarme che, adesso, ha portato anche gli altri Paesi ad alzare l’attenzione. In particolare, come sottolineato da Il Messaggero, l’Usmaf ha inviato una lettera con una serie di raccomandazioni a tutte le sedi nei punti d’ingresso in Italia, dunque porti e aeroporti.
Nel dettaglio, l’Usmaf, ovvero l’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera, è un organo del Ministero della Salute con strutture in tutti gli aeroporti e i porti. Da quanto si apprende, nel messaggio è stato fatto presente come le autorità sanitarie della Repubblica democratica del Congo abbiano affermato in un comunicato che c’è un focolaio di una malattia di origine sconosciuta nella zona di Panzi, vale a dire nella provincia di Kwango, a sud-est di Kinshasa, che ha già causato decine di decessi, soprattutto minori. La massima attenzione quindi deve essere rivolta verso i passeggeri provenienti da quel Paese.
La mossa di Hong Kong
Come misura precauzionale, Hong Kong è stato il primo Paese ad aver introdotto controlli su alcuni voli provenienti dall’Africa. Da quello che è noto, va detto, al momento non ci sono voli diretti tra la Repubblica Democratica del Congo e Hong Kong, ma le autorità sanitarie hanno intensificato gli screening in aeroporto per i passeggeri del Paese africano che transitano da altri aeroporti, come per esempio quelli che arrivano da Johannesburg in Sudafrica e Addis Abeba in Etiopia.
