Malore Eriksen, carriera a rischio: cos’è il defibrillatore sottocutaneo

Malore Eriksen, carriera a rischio: cos’è il defibrillatore sottocutaneo

Christian Eriksen rischia di porre fine prematuramente alla carriera. La legislazione italiana è stringente in materia.

La Federazione della Danimarca ha annunciato che a Christian Eriksen sarà impiantato un defibrillatore automatico sottocutaneo (ICD), proprio come è già capitato al nazionale olandese Daley Blind due anni fa. Tale misura è indispensabile visto che l’arresto cardiaco subito da Eriksen è stato dettato da disturbi del ritmo cardiaco, si apprende dal comunicato.

Malore Eriksen: Che cosa è un defibrillatore impiantabile

Un defibrillatore cardiaco è un dispositivo rettangolare impiantato sottopelle nei pazienti colpiti da patologie cardiache che possono provocare rilevanti aritmie, a tal punto da rendere possibile un improvviso decesso. L’apparecchio tiene sotto costante osservazione il funzionamento del cuore e, qualora si presentino gravi aritmie, entra in azione con choc elettrici in grado di ripristinare la regolare attività del corpo, fornendo, pertanto, una terapia salvavita in caso di fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare.

Solitamente, l’operazione è effettuata in anestesia locale. È perlopiù indicata a pazienti che hanno una patologia prevalentemente legata al rischio di sviluppare un infarto, ma non con il rischio di disfunzione del ventricolo o una bradicardia causata da blocchi atrio ventricolari. In ogni caso, non tutti i pazienti, anche più giovani, sono adatti all’intervento: per stabilirlo ci sono test ad hoc e in larga parte dipende dalla forma del cuore o dalla conformazione del torace. 

Eriksen

Non è, al momento, dato sapere cosa abbia determinato un così serio arresto cardiaco a Eriksen. Il centrocampista dell’Inter ha eseguito parecchie eco-cardiografie. Dalle rilevazioni il suo cuore si contrae bene ma non si sono neppure appurate alterazioni dell’elettro cardiogramma. Chi ha un ICD conduce una vita assolutamente normale. Serve giusto un po’ di tempo per abituarsi alla quotidianità ed è consentito svolgere pure attività fisica.

Quello che tutti si domandano è se Christian Eriksen tornerà a giocare. Un discorso prematuro, poiché dalla grave aritmia sono decorsi pochi giorni ed è essenziale attendere un po’ prima di sottoporre il cuore a esami in grado di generare una recidiva aritmica. Peserà in misura significativa la volontà del calciatore: la componente psicologica è un fattore cruciale, essendo destabilizzante affrontare tali situazioni. 

Il precedente

Nel 2019 il difensore Daley Blind, ex compagno di squadra di Eriksen all’Ajax, si era sentito male durante lo svolgimento della sfida di Champions tra i Lancieri e il Valencia. Dalle visite specifiche era emersa una miocardite, una infiammazione cardiaca che, oltre a un paio di mesi di stop, aveva forzato l’impianto di un defibrillatore che nell’agosto del 2020 si era peraltro spento, scaturendo grossi timori.

Tuttavia, Blind gioca all’estero: la legislazione italiana è molto stringente. Nei nostri confini per ottenere l’idoneità agonistica vanno lasciati passare almeno sei mesi dall’impianto e l’idoneità a chi ha il defibrillatore automatico sottocutaneo viene esclusivamente riconosciuta per sforzi moderati, che non implicano contatti con gli avversari, perché il dispositivo potrebbe comunque rompersi. 

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