Secondo un’ inchiesta americana, l’azienda sta utilizzando una formula di sfruttamento.
Negli Stati Uniti viene chiamato con disgusto “grunt work”, lavoro umiliante e mal pagato. A mettere in atto questa pratica è Sam Altman, patron di ChatGpt, ex socio di Elon Musk.
Un’inchiesta condotta dalla rete NBC ha rivelato che OpenAI utilizza un approccio manipolativo nei confronti dei suoi lavoratori. Nonostante abbia ricevuto un generoso finanziamento di 10 miliardi di dollari dall’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella e un ulteriore investimento di 300 milioni di dollari in capitale di rischio, l’azienda paga ai suoi “formatori” un misero stipendio di 15 dollari l’ora, senza fornire alcuna sicurezza del lavoro.
Chi sono gli addestratori di ChatGpt
Per le strade di San Francisco, dove ha sede OpenAI, vive il famigerato personaggio di Gordon Gekko, un magnate di Wall Street dall’avidità insaziabile, che getta ancora un’ombra sulla città.
L’inchiesta della NBC ha portato alla luce un lavoro malpagato e senza garanzie, e ha persino fatto i nomi di persone come Alexej Savreux, che una volta lavorava in un fast-food di panini prima di diventare un addestratore di ChatGpt.
Alexej Savreux rappresenta i tanti addestratori di AI che per anni hanno analizzato miliardi di dati e nominato altrettante immagini, alfine di permettere alle intelligenze sintetiche di nutrirsi e di crescere. Dichiara Savreux: “Puoi progettare tutte le reti neurali che vuoi, puoi coinvolgere tutti i ricercatori che vuoi ma senza etichettatori non hai ChatGPT. Non hai niente”.
Questa nuova generazione di lavoratori a contratto e mal pagati ha accusato gli imprenditori di essersi affidati a migliaia di lavoratori del passato per costruire i loro imperi informatici. Questi lavoratori comprendono gli operatori di schede perforate degli anni ’50 fino ai più recenti appaltatori di Google.
Reclutamento oltre i confini americani
Il grandissimo esercito di persone che alimenta le grandi piattaforme non si ferma ai confini americani. Quando il mercato dell’Ia è lievitato ed è arrivato a 100 milioni di app scaricate, la ricerca di collaboratori è arrivata perfino a Nairobi.
Proprio in Kenia oltre 150 impiegati hanno collaborato per Facebook, Tik Tok, e ChatGPT. Proprio questi collaboratori, come riportato la rivista Time, hanno appena fondato un sindacato per difendere i loro diritti citando la bassa retribuzione e la fatica mentale di questo lavoro.
Potrebbe trattarsi di una miccia accesa che potrebbe a breve diventare molto pericolosa e incendiare l’intero mercato globale.