Manichino di Meloni appeso a testa in giù

Manichino di Meloni appeso a testa in giù

Durante un corteo a Bologna i manifestanti appendono un manichino di Giorgia Meloni a testa in giù scatenando le polemiche del partito.

A Bologna durante una manifestazione del collettivo Cua e del Laboratorio Cybilla contro il governo è stato appeso a testa in giù un manichino che raffigurava la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il corteo organizzato sotto le Due Torri è stato documentato sulle pagine social degli organizzatori. I partecipanti protestavano contro i rincari. L’immagine del manichino è stata pubblicata su Facebook in un post che attaccava il governo Meloni.

L’azione è stata condannata dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida che giudica il gesto del manichino molto grave e un segnale inaccettabile di violenza. “Ci auguriamo che gli autori di questo vergognoso atto intimidatorio siano individuati e soprattutto ci aspettiamo una netta e inequivocabile condanna da parte di tutte le forze politiche, sinistra in primis.” Per Lollobrigida nessuno può esimersi dall’indignarsi per questo gesto vergognoso.

Giorgia Meloni

Il messaggio degli attivisti

I manifestanti si sono scagliati contro il decreto anti-rave e sul facile attacco alla movida del governo atta solo a privare i giovani “della libertà di creare antagonismo”. “Questo abuso nei confronti della dissidenza travestito da decreto è in realtà l’ennesima norma securitaria agita da un governo fascista che ci vuole obbedienti, silenziose e, di fatto, oppresse.”

“Questa norma ci dice che in più di cinquanta persone creiamo un pericolo per l’ordine, l’incolumità e la salute pubblica e noi oggi siamo qui, siamo tantissime ad urlare che nessun provvedimento ci fermerà e che siamo contente di farvi paura. Oggi a suon di musica attraversiamo le strade di Bologna con i nostri corpi liberi e indecorosi per ribadire che il mondo è nostro”, si legge nel post degli organizzatori su Facebook.

Il post poi prosegue contro la linea politica del governo, il taglio al reddito di cittadinanza e agli attacchi sull’aborto. Poi gli attivisti chiariscono che la presidente del Consiglio “non sarà mai la benvenuta a Bologna” che dovrebbe essere nel capoluogo emiliano tra poche settimane per l’inaugurazione del Tecnopolo.

Il collettivo continua il messaggio mostrando il loro rifiuto per Meloni e l’elite e tutte le figure autoritarie facendo sapere loro che si riapproprieranno di quelle risorse. I manifestanti hanno detto lanciato il loro messaggio: “non è questo il progresso che vogliamo, non è questa la rappresentanza femminile che vogliamo e, soprattutto, non è un’oppressione camuffata da libertà e tutela quello che vogliamo ottenere. Da oggi il vento cambia, vogliamo una vita bella, ci prendiamo tutto!”, conclude il messaggio.

La condanna di FdI

Esponenti di Fratelli d’Italia hanno condannato l’episodio. “Riconoscere in quel manichino orrendamente appeso a testa in giù le fattezze del nostro presidente del Consiglio mia ha letteralmente fatto rabbrividire” ha detto la senatrice Francesca Tubetti. “Non è questo il modo di manifestare il dissenso, la ferocia e l’accecamento ideologico stanno prendendo il sopravvento. Occorre porre un argine e occorre farlo insieme, condannano e isolando i predicatori d’odio e violenza. Lo dico da parlamentare ma anche e soprattutto da madre: mettiamo le nuove generazioni al riparo dalle barbarie del passato”.

“Una violenza e un’aggressività senza limiti quella che il Collettivo Autonomo Universitario ha messo in mostra a Bologna verso il presidente del Consiglio. Mi auguro che la sinistra condanni con parole ferme e decise questo indegno spettacolo. Al presidente Meloni giunga la mia forte e piena solidarietà”. Lo dichiara il ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani.