Iran-manifestante: eseguita la prima condanna a morte

Iran-manifestante: eseguita la prima condanna a morte

Si tratta del primo manifestante giustiziato dall’inizio delle proteste in Iran. Secondo gli attivisti potrebbero esserci altre vittime.

Continuano le proteste in Iran contro il regime per la morte di Mahsa Amini, la 22enne deceduta nel mese di settembre per aver postato una foto sui social in cui indossava il velo nella maniera scorretta. Dalla morte della giovane si sono susseguite una serie di proteste nei confronti del regime islamico e contro la polizia religiosa. 

Durante le manifestazioni numerose persone sono decedute, mentre altre – anche persone famose – sono state arrestate. Secondo quanto appreso, un tribunale rivoluzionario aveva giudicato Mohsen Shekar colpevole del reato di “guerra contro Dio”. La sua colpa era quella di aver bloccato una strada “con l’intento di creare terrore e uccidere”. 

Secondo quanto riferito dalla magistratura della Repubblica dell’Iran, Mohsen Shekari, arrestato da quasi tre mesi durante le manifestazioni, ad oggi è stato giustiziato. Si tratta del primo caso di esecuzione nei confronti di un manifestante dall’inizio delle proteste per la morte di Mahsa Amini.  

L’annuncio della Bbc

Attraverso una comunicazione della Bbc è stato annunciato il fatto che un tribunale rivoluzionario ha giudicato Shekari come colpevole del reato di “guerra contro Dio” per aver bloccato una strada “con l’intento di creare terrore e uccidere” e aver ferito “intenzionalmente”, con un’arma da taglio. La magistratura ha inoltre riferito che l’imputato ha confessato. Anche la Corte Suprema ha confermato la sentenza in questione.  

In questa situazione, gli attivisti che si stanno mobilitando contro il regime hanno annunciato che con molta probabilità, anche altri manifestanti potrebbero essere stati giustiziati. “Bisogna rispondere in modo forte, con misure concrete a livello internazionale, all’esecuzione di Mohsen Shekari, altrimenti dovremo affrontare esecuzioni quotidiane di manifestanti”. Sono queste le dichiarazioni di Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore del gruppo di attivisti Iran Human Rights a Oslo.